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Iniziazione cristiana

Tremolada: «Sentiamoci tutti uniti
e corresponsabili»

Il nuovo percorso è basato sulla convinzione che l’accompagnamento dei ragazzi all’incontro col Signore debba avvenire attraverso un cammino organico e integrato, nel contesto vivo della comunità cristiana

di Pierantonio TREMOLADA Vicario episcopale per l’Evangelizzazione e i sacramenti

15 Giugno 2014

Ogni generazione cristiana è chiamata a trasmettere la fede alla generazione successiva. Un compito fondamentale; ma prima di tutto un onore e una grazia. Diventare collaboratori dello Spirito per la felicità degli uomini è motivo di grande soddisfazione. In questa luce siamo chiamati a guardare all’impegno che la nostra Diocesi intende assumersi nei confronti dei ragazzi, cioè a quella iniziazione cristiana sulla quale da tempo stiamo concentrando la nostra attenzione.

Il 28 maggio dello scorso anno l’Arcivescovo ne aveva tracciato le linee guida. Ora, a un anno di distanza, queste linee si sono trasformate in una proposta. Essa in verità riguarda il periodo che va dai sette agli undici anni, ma è pensata in stretto rapporto con il periodo precedente, da zero a sette anni, e successivo, da undici a quattordici. Si è lavorato – mi sembra di poter dire con serietà e con impegno – facendo tesoro di un’esperienza maturata negli ultimi anni.

Abbiamo ormai guadagnato la convinzione che occorre introdurre e accompagnare i ragazzi all’incontro con il Signore Gesù attraverso un cammino di iniziazione alla fede organico e integrato e che questa introduzione deve avvenire nel contesto vivo della comunità cristiana. È questo l’obiettivo della proposta, contrassegnata da tre elementi di fondo e da alcuni aspetti qualificanti.

Gli elementi di fondo sono: la comunità educante, su cui nel prossimo anno l’Arcivescovo ci inviterà a concentrare l’attenzione; la sinergia costante tra quattro dimensioni fondamentali dell’esperienza cristiana dei ragazzi, vale a dire il loro vissuto concreto, l’ascolto della Parola di Dio, la liturgia inseparabile dalla preghiera e l’appartenenza alla Chiesa; il coinvolgimento dei genitori.

Tra gli aspetti qualificanti ci preme sottolineare i seguenti: anzitutto il primo annuncio, cioè l’attenzione al momento attuale nel quale nulla può più essere dato per scontato e tutto deve concentrarsi sull’essenziale; poi la rilevanza dei sacramenti, la cui celebrazione negli ultimi due anni interviene a configurare il cammino e a cui i ragazzi si preparano anche attraverso celebrazioni non sacramentali che chiameremo «consegne» (dei Vangeli, del Padre nostro, della legge dell’amore, ecc); in terzo luogo, la sacra Scrittura: con i ragazzi in questi quattro anni leggeremo le pagine più belle dei Vangeli e cercheremo insieme di affinare la nostra capacità di accostarci ai sacri testi.

Anche l’anno liturgico sarà fondamentale nel cammino di iniziazione alla fede: il Natale e la Pasqua, in particolare il triduo pasquale, segneranno ogni anno un momento decisivo. Nella stessa prospettiva, la domenica andrà considerata essenziale.

Un’attenzione del tutto particolare andrà inoltre riservata ai ragazzi non battezzati, per i quali immaginiamo un percorso sapientemente intrecciato con quello dei loro amici già battezzati. La proposta, che è pensata come flessibile, è affidata alle comunità cristiane, in particolare alle comunità educanti: saranno loro ad adattarla alla situazioni nei modi più opportuni. Da parte nostra, cioè dei responsabili diocesani, non mancherà l’impegno a elaborare progressivamente il materiale di supporto. Abbiamo avviato un cammino che porteremo avanti per i prossimi anni. Sentiamoci tutti uniti e corresponsabili. Non ci mancherà l’aiuto della Spirito di Verità, che il Signore ha promesso a quanti credono in lui.