«Indubbiamente la nostra Chiesa può, per molti aspetti, contare ancora su una realtà popolare viva che ha profonde radici cristiane. Pertanto, all’interno della fatica in atto nel vecchio continente, la nostra realtà diocesana presenta delle peculiarità che non vanno trascurate, ma debitamente valorizzate e potenziate».. E il nostro Arcivescovo esplicita così il suo pensiero: penso ad esempio alla «imponente azione di solidarietà verso gli ultimi che, con la crisi, si è fatta più capillare, anche identificando nuove strade con la seconda fase del “Fondo Famiglia e Lavoro”».
Le parole del card. Scola sono particolarmente significative, riascoltate in questi giorni in cui la nostra Chiesa si appresta a celebrare la Giornata Diocesana della Caritas. La lettera pastorale spiega in poche righe il senso e l’obiettivo di tutta questa imponente “macchina della carità” che è la Caritas Diocesana, che sono le Caritas decanali e parrocchiali. Ci sentiamo impegnati in questo forte esercizio di solidarietà perché vi riconosciamo uno dei veicoli più capaci di quella testimonianza che il nostro Arcivescovo spiega come «il mezzo con cui la verità dell’amore di Dio raggiunge l’uomo nella storia». Si è testimoni quando attraverso le nostre azioni Dio riesce a manifestarsi, a comunicare il suo amore per l’uomo. Ogni gesto, ogni azione vissuta nelle nostre Caritas ha questo potere: non soltanto dare risposte materiali (che purtroppo in più di un caso risultano sproporzionate se confrontate con l’entità del bisogno, vista la vastità della crisi anche economica in cui siamo immersi), ma mostrare come l’amore di Dio che si rende presente in quei gesti di carità è capace di tessere nuovi legami, di costruire amicizie, di aprire nuovi spazi per il futuro, di seminare di nuovo la virtù della speranza.
La Giornata Diocesana della Caritas che celebreremo domani è perciò un’ottima occasione per rilanciare le domande e i compiti che la lettera pastorale ha consegnato alle nostre realtà: come operiamo per riconoscere il seme buono che lo Spirito continua a fare apparire attraverso la testimonianza di carità di tanti, in seno alle nostre comunità; come operiamo per irrobustire questo seme, per evitare che la lotta contro la zizzania contagi anche gli operai, contagi anche noi, rendendoci alla fine sterili, incapaci di amore e quindi incapaci di nutrire, di dare risposta alla fame di senso, di felicità e di verità che si nasconde dentro le tante fami che bussano alle porte delle nostre chiese? E insieme alle domande, la Giornata Diocesana è anche l’occasione per dire un grande grazie: un grazie allo Spirito che sostiene la fedeltà dei tanti che in questi mesi e in questi anni con la loro azione spesso nascosta di hanno permesso alla testimonianza della carità di essere visibile e fattiva nelle nostre parrocchie, nelle nostre città, nella nostra vita.
da Avvenire, 09/11/2013