Angelo e Tiziana, 54 anni lui e 43 anni lei, entrambi lavoravano, lui in una industria metalmeccanica a tempo pieno, lei nel commercio a part-time. A metà del 2004 decidono di sposarsi e accedono a un mutuo per la casa. Di li a poco tempo, agli inizi del 2006 nasce il loro bimbo, Alessandro. Alla fine del 2008, l’azienda dove lavora Angelo comincia a non corrispondere lo stipendio, e nei primi mesi del 2009 fallisce.
Di colpo iniziano le preoccupazioni. Per formare la loro famiglia, per sistemare la casa, hanno investito i loro risparmi; per non rischiare di vedersela sottrarre adesso c’è il mutuo da rispettare, le bollette da pagare e tutte le altre scadenze a cui fare fronte. Per diversi mesi, l’unico sostegno finanziario è rappresentato dallo stipendio di Tiziana, perché gli ammortizzatori sociali di Angelo sono arrivati solo 8 mesi dopo. Per fortuna i primi aiuti concreti per loro sono arrivati dai genitori di Tiziana. Comincia per Angelo la ricerca di un nuovo posto, però vuoi per l’età, vuoi per la crisi che si sta diffondendo, diventa sempre più una chimera.
Con la perdita del lavoro la vita della famiglia diventa più incerta, non si può più fare programmi per il futuro. Anche la parrocchia li aiuta, per un certo periodo, con un pacco di viveri di prima necessità; questo è un altro gesto concreto di solidarietà che è servito per alleviare il problema della perdita del lavoro. La mancanza di un lavoro e di conseguenza di uno stipendio, ti porta in un’area di precarietà dove diventa difficile fare programmi.
La condizione di precario o di disoccupato, toglie la dignità, isola. È in questi momenti che uno si accorge di quanto siano importanti le relazioni con le altre persone, l’affetto di parenti, amici, conoscenti e non, che si stringono attorno te, alla tua famiglia, ai tuoi problemi, cercando di aiutare, con gesti concreti, materiali, con parole che ti confortano, intessendo attorno a te una rete di solidarietà che ti supporta e che dona luce e speranza per il domani.
Come il lavoro incide oggi nella vita di una famiglia? La testimonianza di Angelo e Tiziana rimandano al tema della XXXI Giornata della Solidarietà che si celebrerà domenica prossima nella Diocesi di Milano, sul tema “Il lavoro per essere famiglie accoglienti”. Quello che si intende focalizzare è l’influenza del lavoro nella vita di una famiglia. Sul versante dei giovani si registra, invece, il posticipare il matrimonio anche a causa dell’instabilità economica e del precariato. È indubbio che il lavoro incida negli equilibri familiari e questo in due direzioni opposte: quando vi è troppo lavoro e quando ve ne è troppo poco. Per tutte queste ragioni, la comunità cristiana non può che essere solidale verso coloro che non trovano lavoro o lo hanno perso.
Cosa possiamo fare in questo tempo? Nel Natale del 2008 il cardinale Tettamanzi aveva istituito il Fondo famiglia-lavoro allo scopo di venire incontro alle tante situazioni di questo genere. Oltre all’animazione della Giornata, la Pastorale Sociale e del Lavoro e la Pastorale Giovanile, in collaborazione con la Caritas e le Acli, promuovono il convegno della Giornata della solidarietà sabato 18 febbraio, ore 9.30 – 12.30, presso il Teatro Ringhiera, via Boifava 17 a Milano su “Giovani e lavoro”. Il convegno sarà aperto da una rappresentazione teatrale della Compagnia Atir e dalla presentazione di una ricerca a cura dei giovani dell’Azione cattolica.
Info: tel. 02.85.56.341; sociale@diocesi.milano.it