«Federico Ozanam ha creduto all’amore, l’amore che Dio ha per ogni uomo. Si è sentito lui stesso chiamato ad amare, dando l’esempio di un amore grande di Dio e degli altri. Andava verso tutti coloro che avevano più bisogno di essere amati, quelli cui Dio Amore non poteva essere concretamente rivelato se non attraverso l’amore di un’altra persona. Ozanam ha scoperto in questo la sua vocazione, vi ha visto la strada sulla quale Cristo lo chiamava. Ha trovato il suo cammino verso la santità. E l’ha percorso con determinazione»: sono le parole pronunciate da San Giovanni Paolo II durante l’omelia per la beatificazione di Federico Ozanam (Cattedrale di Notre Dame de Paris – venerdì 22 agosto 1997).
La Chiesa cattolica celebra il 9 settembre la festa del Beato Federico Ozanam, che all’età di soli vent’anni, nel 1833 a Parigi, fondò la Società di San Vincenzo De Paoli. La ricorrenza liturgica è stata istituita il giorno dopo la data della sua morte (8 settembre) perché questa coincide con la festa della Natività di Maria.
Proprio il 9 settembre padre Francesco Gonella, consigliere spirituale della Federazione italiana della Società di San Vincenzo De Paoli, e Maurizio Ceste, membro della Giunta nazionale, autore e curatore di opere sul Beato Federico Ozanam, condurranno un seminario online per presentare la figura del fondatore, come testimone di fede e di carità e come apostolo della cultura e della politica sociale. A introdurre l’evento, dal titolo «Il Beato Federico Ozanam, apostolo dei tempi moderni», sarà il presidente della Federazione nazionale Antonio Gianfico. Il seminario verrà trasmesso alle 20.00 in diretta sui social network Facebook e Youtube.
Il Beato Federico Ozanam, la cui causa di canonizzazione è in corso, si impegnò per tutta la vita a sensibilizzare la società civile e soprattutto i giovani, ad avere coraggio e a diffondere la carità con gesti piccoli e concreti di servizio, ma anche con la denuncia delle ingiustizie sociali e la difesa degli operai e del proletariato urbano, in anni in cui il dibattito in merito era molto forte e sofferto.
Il Beato
Antonio Federico Ozanam nasce a Milano, il 23 aprile 1813, da famiglia francese. Trasferitosi prima a Lione e poi a Parigi, frequenta l’Università della Sorbona, dove conosce importanti personaggi dell’epoca, come Ampère, Chateaubriand, Lacordaire, Montalembert, Lamartine, Lamennais e altri. Diventa docente di diritto prima e di letteratura poi. Studioso di Dante e San Francesco e della letteratura italiana del 200. Lavora anche come giornalista, dapprima su Le Correspondant, poi sull’Ère nouvelle, da lui stesso fondato. Durante la rivoluzione del 1848 si candida all’Assemblea costituente e pubblica, su giornali repubblicani, appelli alla solidarietà e alla tolleranza e non esita ad arruolarsi nella Guardia nazionale per difendere lo Stato. All’Università della Sorbona, all’età di soli vent’anni, insieme ad un piccolo gruppo di studenti, il 23 aprile 1833 dà inizio alla prima “Conferenza di carità” che poi verrà posta sotto il patrocinio di San Vincenzo De Paoli. Lo scopo è di garantire l’amicizia sotto il segno della fede e della carità e di testimoniare in modo personale e autentico il cristianesimo attraverso la visita a domicilio delle persone che vivono nel disagio. Ozanam muore a soli 40 anni, a Marsiglia, l’8 settembre 1853 di ritorno dall’Italia, dove ha invano cercato sollievo ai suoi mali. Il 22 agosto 1997 viene beatificato a Parigi da San Giovanni Paolo II.
La Società di San Vincenzo De Paoli
Cattolica, ma laica, l’organizzazione si trova generalmente nelle parrocchie e ha come scopo principale l’aiuto alle persone più sfortunate. Con 15.000 volontari in Italia, e più di 1.500.000 in oltre 150 Paesi del mondo, con una rappresentanza presso le Organizzazione delle Nazioni Unite di Ginevra, la Società di San Vincenzo De Paoli è una delle associazioni più vaste e radicate sul territorio. In tutta Italia la Società di San Vincenzo De Paoli ha realizzato mense, dormitori, case di ospitalità per persone povere in difficoltà, centri per l’assistenza a bambini e ragazzi e per persone sole o anziane, strutture per l’accoglienza dei migranti, empori solidali.