Martedì 30 ottobre, alle 18.30, il cardinale Angelo Scola celebrerà nella basilica di Venegono Inferiore la Messa di inizio anno con l’intera comunità del Seminario. Un momento molto atteso dai giovani che si stanno preparando al sacerdozio e dagli educatori, che in questa occasione avranno la possibilità di confrontarsi con l’Arcivescovo. «Inoltre quest’anno, prima della celebrazione eucaristica, i seminaristi del quadriennio avranno la possibilità di incontrare tutti insieme l’Arcivescovo – spiega il rettore monsignor Giuseppe Maffi -, un’abitudine ormai consolidata della comunità del biennio, durante la festa dell’Immacolata».
Monsignor Maffi, che significato assume la celebrazione della Messa di inizio anno insieme all’Arcivescovo?
Dice il desiderio dell’intera comunità del Seminario di essere unita alla Diocesi e a chi ne è responsabile. Inoltre è importante che il Cardinale dia indicazioni rispetto al cammino proprio davanti al Signore, un cammino che noi ci impegneremo a compiere, con docilità e attenzione. L’Arcivescovo ha dimostrato più volte di avere una grande sensibilità per le vocazioni: per questo ha molto a cuore ogni possibilità di incontro e confronto con chi ha scelto di dedicare la propria vita a Gesù.
La ripresa è stata segnata dalla scomparsa del cardinale Martini: come è stato vissuto questo evento?
Molti seminaristi sentono parlare da noi del cardinale Martini, perché quando ha lasciato la Diocesi erano adolescenti e non sono stati accompagnati da lui negli anni delle grandi scelte. A Venegono abbiamo la fortuna di avere come docente uno dei suoi ex segretari, don Virginio Pontiggia, che recentemente ha voluto ricordarlo raccontando ai ragazzi del suo grande amore per la Parola di Dio e, agenda alla mano, ha spiegato come erano organizzate le sue giornate. Tutti noi educatori cercheremo di diffondere gli insegnamenti di questo grande Pastore e maestro.
E come vivranno i seminaristi l’Anno della fede da poco inaugurato?
Abbiamo in programma tre cineforum sul tema “fede e tecnica”, “fede e storia” e “fede e morale”, senza trascurare l’incontro che avremo proprio il 30 ottobre con l’Arcivescovo in cui affronteremo l’argomento a partire dalla Lettera pastorale. Inoltre, i seminaristi parteciperanno alla proposta della Pastorale giovanile Varcare la soglia e si renderanno disponibili per interviste a giovani che non vivono un’esperienza seria di fede.
Si può parlare di crescita per la comunità del Seminario?
Meglio dire stabilità. La comunità quest’anno è composta da 153 seminaristi, quattro in meno rispetto lo scorso anno, anche se sono aumentati gli ingressi. Dai contatti che abbiamo ci sembra di intravedere una domanda crescente e questo è il dato importante.
Sappiamo che inizierà un periodo di cambiamento e novità con l’accorpamento delle due comunità: sono confermate le scadenze annunciate dall’Arcivescovo a maggio alla Festa dei fiori?
A metà novembre inizieranno i lavori a Venegono per poter accogliere, dal settembre 2013, anche la comunità del biennio, attualmente a Seveso. L’Arcivescovo è molto determinato su questa scadenza, pur mettendo in conto qualche precarietà. Indipendentemente dalle sedi, la cosa importante per i seminaristi sono i progetti educativi, e quelli attuali mi sembrano molto validi per entrambe le comunità.
È stata definita la destinazione di Seveso?
Si sta operando intensamente per verificare l’opportunità di messa a reddito di buona parte del Seminario di Corso Venezia per dare concretezza e qualità anche ai servizi del seminario di Seveso, che resta indicato come Centro Pastorale diocesano.