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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Milano

Seimila giovani in Duomo per la Redditio Symboli

Il cardinale Scola ha presieduto la veglia di preghiera sul tema “A immagine di Dio li creò”. Consegnata la Regola di vita all'Arcivescovo: l’inizio di un cammino consapevole dei giovani verso Dio

di Simona BRAMBILLA

7 Ottobre 2011

«La consegna della Regola di vita è un momento simbolico che rappresenta il cammino che abbiamo fatto in questi anni – spiegano Giulia e Matteo, due diciannovenni che ieri hanno partecipato alla Redditio Symboli -. È il nostro primo atto fatto da cristiani consapevoli:  dietro ai sacramenti che abbiamo ricevuto prima di oggi come la comunione o il battesimo c’erano la nostra famiglia o il catechismo. Oggi siamo diventati cristiani adulti».
“A immagine di Dio li creò” è lo slogan che accompagnerà i giovani della diocesi ambrosiana nel nuovo anno pastorale. Il primo appuntamento importante che li ha visti coinvolti è stata proprio la celebrazione della Redditio Symboli, tenutasi ieri a Milano. Come da tradizione l’evento si è svolto in due circostanze e luoghi differenti: prima nel pomeriggio presso la Basilica di Sant’Ambrogio e poi alla sera in Duomo.
Momenti questi molto significativi per i quattrocento ragazzi che, come Giulia e Matteo, hanno consegnato nelle mani dell’Arcivescovo, Angelo Scola, la propria Regola di vita,
una lettera personale nella quale questi giovani, giunti al decisivo passaggio all’età adulta, sintetizzano i motivi della propria fede e si assumono alcuni impegni per la preghiera, la formazione personale e il servizio alla comunità cristiana e ai poveri.
I diciannovenni hanno così concluso il loro cammino spirituale che ha come meta proprio la Redditio Symboli , il cui significato è appunto quello di introdurre ad una fede personale e ad una più matura assunzione della fede della Chiesa. Compiere tale gesto è quindi di particolare importanza per questi ragazzi che sono stati infatti accompagnati e sostenuti dai loro educatori che per due anni li hanno guidati in questo lungo cammino.
«Sono contento e commosso per questo bellissimo gesto che avete compiuto oggi – ha detto il Cardinale Angelo Scola dopo aver ricevuto le Regole di vita dai ragazzi nella Basilica di Sant’Ambrogio -. Con questo atto voi avete preso una direzione di vita, avete un senso, parola questa che indica allo stesso tempo due cose: significato inteso come valore, come motivo per alzarsi alla mattina e direzione, l’uomo infatti cammina bene solo quando sa dove andare. Sono contento di accogliervi, di prendere sul serio questo vostro impegno, però attenti la prima regola in assoluto è una persona che si chiama Gesù, lui è la regola vivente. La Regola che mi avete consegnato è come se disegnasse i passi del cammino verso Dio. Questo bel gesto che avete fatto oggi è l’aurora del tempo che vi attende».
Ai protagonisti di questo primo incontro, si sono poi uniti in Duomo i giovani di tutta la diocesi ambrosiana, per seguire insieme la veglia di preghiera presieduta sempre dall’Arcivescovo Scola.  Seimila in tutto erano i ragazzi che hanno voluto riaffermare nella preghiera e nella gioia la loro fede in Gesù Cristo. L’emozione era palpabile, c’era un’atmosfera di raccoglimento, segno della consapevolezza dell’importanza di questo incontro per i giovani e per la loro crescita spirituale. Durante l’omelia del Cardinale sembravano quasi incantati dalle sue parole. L’Arcivescovo Angelo Scola ha ricordato a questi giovani l’importanza della fede, del vangelo e della chiesa, mezzi attraverso cui è possibile vivere la totalità della vita.
«Per vivere la vita con pienezza  – ha spiegato il Cardinale -, bisogna che tu singolo stia attaccato al luogo in cui Dio continua a venirti incontro e a indicarti la via alla verità e alla vita: il tuo gruppo parrocchiale, l’associazione a cui appartieni o il movimento di cui sei parte, tutte le forme possibili in cui la solitudine narcisistica è sbaragliata dalla potenza del dono di Gesù, centro essenziale della tua vita».
Questo primo incontro dell’Arcivescovo con i giovani della sua diocesi segna l’inizio di un cammino comune nella fede all’insegna della responsabilità e della partecipazione.