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Curia

Scola: «Un luogo che fa sorgere
il desiderio di infinito dell’uomo»

L’Arcivescovo è intervenuto alla conferenza stampa di presentazione del Refettorio Ambrosiano, «che non ha nulla di snob, ma una valenza sociale per dare speranza alla città»

di Filippo MAGNI

16 Aprile 2014

Come si coniugano carità e bellezza, declinate nel tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta”? Da questa domanda a Greco nasce Refettorio Ambrosiano, che a cena servirà i poveri, mentre a pranzo sarà aperta a giovani e studenti.

Un luogo che, a maggio del 2015, vedrà alternarsi ai fornelli i migliori chef del mondo: Gualtiero Marchesi, Albert e Ferran Adrià, Carlo Cracco, Alain Ducasse, Mario Batali, Antonino Canavacciuolo, Magnus Nilsson, Nadia Santini, solo per citarne alcuni. E soprattutto Massimo Bottura, capofila del progetto e ideatore del Refettorio. «Cucineremo per un mese utilizzando gli avanzi dei padiglioni di Expo», spiega. Cosa nutre la vita? Se lo chiedeva l’arcivescovo Angelo Scola nel Discorso alla Città dello scorso dicembre. «Ciò che la rallegra – risponde Bottura -. Noi cuochi, che ultimamente sembriamo rockstar, abbiamo il compito di ristorare la gente, entriamo in cucina e ci restiamo da mattina a sera». Così lo chef da 3 stelle Michelin si è chiesto come dare il proprio contributo alla causa del “nutrire il pianeta” e ha ideato in prima persona il Refettorio, rivolgendosi alla Diocesi per tradurlo in realtà: «Abbiamo individuato un oratorio incredibile, a Greco, con un teatro in disuso. Lo ristruttureremo e sarà la sede del Refettorio».

Il quale, dopo il primo mese di apertura straordinaria con gli chef più noti, «continuerà a essere una mensa per i bisognosi e un luogo di educazione alimentare, sempre sotto la gestione della Caritas che ne curerà fin dal principio la logistica», precisa il presidente di Caritas Ambrosiana monsignor Luca Bressan.

«Dovrà essere un posto bello, perché questa idea è così grande che deve essere bella – aggiunge Davide Rampello, direttore artistico del Padiglione Zero di Expo -. Quel bello che coincide col buono». Per questo Rampello ha chiamato a raccolta il Politecnico di Milano per la progettazione (per la quale sarà coinvolta anche l’Università di Bologna) e grandi nomi del design italiano per l’arredamento (tra i quali Piero Lissoni, Fabio Novembre, Italo Rota e aziende del calibro di Kartell, Artemide, Lavazza…). Si aggiunge una collaborazione con l’Associazione Gallerie d’Arte Moderna,che promuoverà la presenza di opere d’arte di grandi autori.

Il bello e il buono sono soprattutto l’attenzione alla questione dello spreco alimentare. «È uno dei più grandi, se non il più grande paradosso dell’umanità- sostiene il commissario unico e ad di Expo Giuseppe Sala -. Gli alimenti al mondo non mancano. Ma c’è chi non ne ha». Secondo Sala, Refettorio Ambrosiano sarà uno dei lasciti dell’Expo, che «non deve finire con l’ottobre 2015».

Nel mondo, gli fa eco il cardinale Scola, «almeno 800 milioni di persone rischiano di morire di fame. E molti di questi sono bambini». Numeri, aggiunge, «che in questo modo sempre informato raramente diventano notizie…». Refettorio Ambrosiano, precisa, «non ha niente di snob, ma una valenza sociale. Esprime un desiderio di solidarietà umana che scavalca il censo e gli stili di vita per dare speranza alla città. Alla nuova Milano che sarà meticcia, ci piaccia o no. Il fatto che sarà la Caritas a portarla avanti dà il valore dell’iniziativa». E allora, se l’uomo è in grado di trasformare ogni suo bisogno in desiderio, conclude l’Arcivescovo, «vorrei che il Refettorio Ambrosiano fosse un luogo che dà da mangiare in senso bello e buono». Facendo sorgere in chi lo frequenta, attraverso la soddisfazione del bisogno del cibo e la bellezza dei piatti e dell’ambiente, «il desiderio di infinito dell’uomo, che io da cristiano chiamo il desiderio di Dio».