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Seveso, convegno delle Caritas decanali

Scola: «Siate gli interpreti
di un nuovo umanesimo»

Il cardinale Scola è intervenuto al convegno delle Caritas decanali e ha esortato operatori e volontari a non accontentarsi della generosità. Al centro della riflessione anche la campagna contro la fame nel mondo che sarà presentata ad Expo

di Francesco CHIAVARINI

13 Settembre 2014

«Milano è frammentata, non ha ancora un’anima adeguata ad affrontare il travaglio in cui siamo immersi, per questo ha bisogno di un nuovo umanesimo. E voi siete ancora una volta gli interlocutori privilegiati per realizzarlo».

Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, questa mattina, agli oltre 300 operatori e volontari Caritas riuniti al Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso per la 31esima edizione del convegno delle Caritas decanali intitolato “Pane e Parola. Le radici della fame, il nostro impegno”. «Se non ci fossero state le parrocchie delle periferie che cosa sarebbe oggi la società civile di Milano? Eppure questo dato non è percepito appieno neppure da noi stessi: siamo ancora troppo autoreferenziali per camminare verso gli altri», ha osservato l’Arcivescovo. Per superare questo limite, secondo il Cardinale, occorre che gli operatori delle Caritas nelle loro comunità siano capaci di «una proposta educativa integrale» che «dal concreto sappia andare al fondamento». Ascoltate i bisogni di chi vi chiede aiuto, recuperate gli scarti alimentari e ridistribuiteli nelle mense dei poveri, ma fatevi interpreti di «un nuovo umanesimo», prendendo a modello i grandi santi della Carità, ha detto l’Arcivescovo. «I santi sanno coniugare l’azione con l’intelligenza e questo produce il genio. Tutte le grandi opere di carità sono espressioni di genialità», ha sottolineato Scola. La sfida è, dunque, culturale. «Non accontentatevi della generosità, ma ponetevi tutte le domande che nascono dall’esperienza di carità», ha esortato l’Arcivescovo, «per battere il dualismo, la contrapposizione tra la liturgia e l’azione caritativa».

Un invito valido in particolare in vista di Expo 2015, durante la quale la Caritas sarà impegnata con la Diocesi in una grande azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi al centro della manifestazione.

«Il nutrirsi è un gesto legato alla convivialità e all’ospitalità – ha spiegato il Cardinale -. Dobbiamo abituarci a ripetere quello che facevano i nostri vecchi che mettevano sempre un piatto in più a tavola. Sarebbe questo un modo anche per superare la paura, perché non possiamo sempre chiudere le porte, delimitare i confini».

Partendo dal bisogno concreto di cibo non si può non arrivare a rimettere in discussione gli stili di vita e ad affrontare anche il tema della famiglia, secondo il cardinale Scola.

Subito dopo è intervenuto l’assistente ecclesiastico di Caritas internationalis, Abbé Pierre Cibambo, che ha spiegato gli obiettivi della campagna contro la fame nel mondo “Una sola famiglia umana, cibo per tutti”, le cui conclusioni saranno presentate proprio all’esposizione universale di Milano dai delegati delle Caritas nazionali provenienti da tutto il mondo in una grande assemblea internazionale.

«Nonostante, gli impegni dei governi di abbattere del 50% entro il 2015, la fame e la malnutrizione nel mondo, – ha osservato padre Cibambo – le persone che soffrono la fame sono ancora un miliardo nel mondo, e due miliardi coloro che sono affetti da malattie legate alla malnutrizione» Per sconfiggere la fame ha osservato «non serve produrre più cibo, perché ce n’è già abbastanza per tutti, ma accorre che ogni individuo ne abbia accesso».

«La campagna – la prima mobilitazione globale che vede coinvolte contemporaneamente tutte le Caritas del mondo – solleciterà i governi nazionali a prendere delle misure proprio perché il diritto al cibo sia garantito», ha spiegato.

Ma tante sono le azioni che anche le Caritas diocesane a livello locale posso fare per concorrere al raggiungimento di questo obiettivo.

«Promuovete iniziative per ridurre lo spreco di cibo, organizzate collette per i più poveri, fate conoscere le tecniche per conservare più a lungo gli alimenti, chiedete che nelle scuole sia insegnato ad alimentarsi correttamente. È ora di una nuova fantasia della carità che dispieghi la nostra capacità di farci vicini e solidali con chi soffre», ha concluso.

Il convegno è proseguito nel pomeriggio con lavori di gruppo.

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