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15 giugno

Scola, Santa Messa a Vighizzolo

L'Arcivescovo celebrerà nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, che fa parte della Comunità pastorale “Madonna delle Grazie”. Ne parla il parroco don Carlo Carubelli

di Cristina CONTI

11 Giugno 2014

Domenica 15 giugno alle 10.30 il cardinale Angelo Scola celebrerà la messa a Vighizzolo di Cantù (Co), nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo (via Pasubio 3), che fa parte della Comunità pastorale “Madonna delle Grazie”. «Abbiamo invitato l’Arcivescovo – spiega il parroco don Carlo Carubelli – per ringraziarlo della sua generosità per la messa a norma dell’impianto della cupola della chiesa, secondo le leggi antisismiche recentemente emanate dallo Stato».

Vi siete preparati a questa visita in modo particolare?
No, poiché non si tratta di una vera e propria visita. Avevamo inizialmente concordato per il 12 giugno, una data però in cui il Cardinale non era disponibile. Così l’appuntamento è slittato a domenica, con la Messa presieduta dall’Arcivescovo.

Come siete organizzati dal punto di vista pastorale?
La Comunità pastorale “Madonna delle Grazie” è formata da quattro parrocchie e comprende Vighizzolo, Brenna, Cascina Amata e Mirabello. In tutto siamo circa 15 mila abitanti. In queste settimane si è aperto l’oratorio estivo per i ragazzi, che durante l’anno sono impegnati nella catechesi. I più grandi partecipano a momenti di incontro organizzati dalla Pastorale giovanile. Ci sono inoltre diverse attività caritative e missionarie.

La crisi economica si è molto avvertita nel vostro territorio?
Purtroppo sì. Soprattutto negli ultimi anni c’è stata una morìa di industrie. Tra la gente la fatica si è fatta sentire. Oggi, per fortuna, inizia lentamente a manifestarsi qualche cenno di ripresa. La produzione di mobili, caratteristica di questo territorio, ha potuto beneficiare della collaborazione economica con l’Est: Paesi Arabi, Russia e Cina. Grazie a queste relazioni ha potuto “tenere” nonostante la crisi a livello nazionale. Ma riescono a sopravvivere soltanto le ditte che hanno qualità tecnologiche adeguate al mercato.

Come state aiutando le famiglie in difficoltà?
Attraverso la Caritas veniamo incontro ai bisogni di 84 famiglie ed è stato attivato uno Sportello Lavoro che ha l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta sul territorio: qualcuno ce l’ha fatta. Mentre negli ultimi tre anni sono stati 15 i nuclei familiari che hanno potuto beneficiare del Fondo Famiglia lavoro della Diocesi.

Immigrazione: a che punto siamo?
Ci sono molti musulmani. Ma la situazione è diversa in ognuna delle quattro parrocchie della Comunità pastorale: a Cascina Amata, per esempio, ce ne sono 300/400 su circa 2.000 abitanti, a Brenna non ce ne sono. Anche gli stranieri hanno difficoltà economiche e qualcuno ha deciso di andarsene.

I giovani frequentano assiduamente?
Dall’anno scorso il vicario parrocchiale don Cristiano Mario Castelli si occupa di loro con buoni risultati. I ragazzi partecipano alla catechesi e alle altre attività: c’è un nuovo respiro. Come sacerdoti cerchiamo di seguire da vicino le famiglie, anche andando casa per casa. Siamo appena andati a trovare i genitori dei bambini che hanno ricevuto il Battesimo. Stiamo cercando di fare la stessa cosa anche per la terza età: cerchiamo di contattarli per sapere come stanno, di cosa hanno bisogno e avere così la situazione sotto controllo. Il rapporto con le famiglie è sicuramente importante per personalizzare il lavoro pastorale sul territorio. Nella Comunità pastorale la programmazione è uguale per tutti, ma è comunque utile avere un occhio di riguardo alle particolarità di ogni realtà parrocchiale.