Domenica 15 giugno alle 10.30 il cardinale Angelo Scola celebrerà la messa a Vighizzolo di Cantù (Co), nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo (via Pasubio 3), che fa parte della Comunità pastorale “Madonna delle Grazie”. «Abbiamo invitato l’Arcivescovo – spiega il parroco don Carlo Carubelli – per ringraziarlo della sua generosità per la messa a norma dell’impianto della cupola della chiesa, secondo le leggi antisismiche recentemente emanate dallo Stato».
Vi siete preparati a questa visita in modo particolare?
No, poiché non si tratta di una vera e propria visita. Avevamo inizialmente concordato per il 12 giugno, una data però in cui il Cardinale non era disponibile. Così l’appuntamento è slittato a domenica, con la Messa presieduta dall’Arcivescovo.
Come siete organizzati dal punto di vista pastorale?
La Comunità pastorale “Madonna delle Grazie” è formata da quattro parrocchie e comprende Vighizzolo, Brenna, Cascina Amata e Mirabello. In tutto siamo circa 15 mila abitanti. In queste settimane si è aperto l’oratorio estivo per i ragazzi, che durante l’anno sono impegnati nella catechesi. I più grandi partecipano a momenti di incontro organizzati dalla Pastorale giovanile. Ci sono inoltre diverse attività caritative e missionarie.
La crisi economica si è molto avvertita nel vostro territorio?
Purtroppo sì. Soprattutto negli ultimi anni c’è stata una morìa di industrie. Tra la gente la fatica si è fatta sentire. Oggi, per fortuna, inizia lentamente a manifestarsi qualche cenno di ripresa. La produzione di mobili, caratteristica di questo territorio, ha potuto beneficiare della collaborazione economica con l’Est: Paesi Arabi, Russia e Cina. Grazie a queste relazioni ha potuto “tenere” nonostante la crisi a livello nazionale. Ma riescono a sopravvivere soltanto le ditte che hanno qualità tecnologiche adeguate al mercato.
Come state aiutando le famiglie in difficoltà?
Attraverso la Caritas veniamo incontro ai bisogni di 84 famiglie ed è stato attivato uno Sportello Lavoro che ha l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta sul territorio: qualcuno ce l’ha fatta. Mentre negli ultimi tre anni sono stati 15 i nuclei familiari che hanno potuto beneficiare del Fondo Famiglia lavoro della Diocesi.
Immigrazione: a che punto siamo?
Ci sono molti musulmani. Ma la situazione è diversa in ognuna delle quattro parrocchie della Comunità pastorale: a Cascina Amata, per esempio, ce ne sono 300/400 su circa 2.000 abitanti, a Brenna non ce ne sono. Anche gli stranieri hanno difficoltà economiche e qualcuno ha deciso di andarsene.
I giovani frequentano assiduamente?
Dall’anno scorso il vicario parrocchiale don Cristiano Mario Castelli si occupa di loro con buoni risultati. I ragazzi partecipano alla catechesi e alle altre attività: c’è un nuovo respiro. Come sacerdoti cerchiamo di seguire da vicino le famiglie, anche andando casa per casa. Siamo appena andati a trovare i genitori dei bambini che hanno ricevuto il Battesimo. Stiamo cercando di fare la stessa cosa anche per la terza età: cerchiamo di contattarli per sapere come stanno, di cosa hanno bisogno e avere così la situazione sotto controllo. Il rapporto con le famiglie è sicuramente importante per personalizzare il lavoro pastorale sul territorio. Nella Comunità pastorale la programmazione è uguale per tutti, ma è comunque utile avere un occhio di riguardo alle particolarità di ogni realtà parrocchiale.