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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Milano

Scola in Duomo conferisce la Cresima:
«Dal dono dello Spirito viene la grande responsabilità della testimonianza»

Il cardinale Scola in un Duomo gremito da molte migliaia di fedeli, ha conferito il Sacramento della Confermazione a circa duecento ragazzi provenienti dalla parrocchia di Vanzago e dalla Comunità Pastorale di Carlazzo. «Annunciate lo Spirito che avete ricevuto in dono per sempre », ha detto l’Arcivescovo

di Annamaria BRACCINI

24 Maggio 2015

«Carissimi ragazze e ragazzi, voglio dirvi la mia gioia e la mia commozione nel conferirvi il Sacramento della Confermazione».

Il cardinale Scola saluta così i circa duecento cresimandi che arrivano, con i loro genitori, padrini, madrine, sacerdoti, catechisti dalle parrocchie di Vanzago “Santi Ippolito e Cassiano” e “Cristo Re”, (sita nel paese di Mantegazza con Rogorotto), e dalla Comunità Pastorale “Sant’Antonio Abate” di Carlazzo.

Il Duomo è gremito ovunque: dai nonni ai fratellini, magari di pochi mesi, si capisce che nessuno ha voluto mancare, arrivando più da vicino, come i fedeli di Vanzago, che è in provincia di Milano, o da assai più lontano, come Carlazzo, quasi ai confini della Diocesi. Il clima è quello festoso di un momento di Grazia e di popolo; d’altra parte, l’Arcivescovo stesso conosce bene le zone da cui provengono alcune di queste Comunità, perché, ad esempio, a Carlazzo e in Valdolda si recava a diciotto anni, anch’egli come catechista. E «di un evento eccezionale, un regalo che ci ha fatto lo Spirito santo», parla don Antonino Martelozzo parroco di Vanzago che dà voce all’emozione condivisa e chiaramente percepibile tra le navate della Cattedrale.

Certo, il Duomo è splendido – «siamo la prima generazione a vederlo così, grazie alla nuova illuminazione appena inaugurata», nota il Cardinale – «ma non sarebbe nulla se non ci fossero le pietre vive che siamo noi. È un privilegio ricevere la Confermazione in Duomo e nel giorno di Pentecoste quando lo Spirito, come ci dice la Scrittura, fa irruzione».

Dalla Lettera scritta ai Cresimandi e Cresimati 2015 e dalle parole che accompagnano l’unzione della fronte con il Crisma – “Ricevi il sigillo dello Spirito santi che ti è dato in dono” – nasce la prima riflessione dell’Arcivescovo.

«Un dono lo si può solo ricevere perché viene sempre da un altro. In questi tempi difficili e addirittura tragici per tanti vostri coetanei nel mondo, si cerca regalare qualcosa di utile, ma ogni dono crea gioia solo se è una sorpresa, se è inatteso. Tenete, dunque, bene a mente la consapevolezza del dono che Dio vi offre, ricevendo lo Spirito. Spirito che è tra noi per la potenza di Gesù nell’Eucaristia e che entra in voi in modo speciale».

Il significato del “Paràclito”, espresso dal Cardinale con parole semplici, ma profonde, trova i ragazzi attenti e silenziosi, come se ascoltassero tutti insieme un papà. «Questo Spirito ti è vicino e sarà tuo difensore, ti starà accanto come un grande punto di appoggio a cui potrai sempre rivolgerti. È il tuo consolatore perché la compagnia di Gesù è per sempre».

Se il “per sempre” «è la parola più difficile da vivere oggi, eppure decisiva, perché se non c’è non vi è autentico amore», la responsabilità che ne deriva è evidente.

«Lo Spirito deve riempire di responsabilità, comunicando, con cuore libero e aperto, la gioia di averlo ricevuto». E questo, suggerisce Scola, ogni giorno, a scuola per i ragazzi, nel lavoro per gli adulti, in famiglia per tutti. «Così si diventa testimoni tra il Signore e gli altri. L’Arcivescovo vi invita a prendere molto sul serio questo gesto, approfondendo i frutti dello Spirito Santo, affinché la vita sia carica di bellezza di verità e di bontà».

Poi, la liturgia della Confermazione, con la rinnovazione delle promesse battesimali, l’imposizione della mani, la crismazione: il Cardinale conferisce personalmente la Cresima a una quarantina di ragazzi di ciascuna delle comunità presenti parrocchie, accanto a lui compiono il gesto anche l’Arciprete del Duomo, monsignor Borgonovo e altri quattro Canonici del Capitolo metropolitano, i monsignori Meana, Marzorati, Ronchi e Mellera.

Infine, prima del saluto, delle fotografie di rito, dei selfies immancabili, dell’immagine con la Madonnina e la preghiera composta dall’Arcivescovo consegnata ai ragazzi – «recitatela insieme ai vostri genitori» –, ancora una raccomandazione: «Queste giornate sono, nella nostra Chiesa, di riflessione e di scambio di esperienze riguardo alla vita familiare. Occorre che riscopriamo più che mai il valore della famiglia basata sull’unione feconda, fedele e aperta alla vita tra un uomo e una donna. Famiglia su cui si basa la Chiesa e crediamo, come cristiani, anche la società; famiglia che ha radici profonde nel cuore di tutta la famiglia umana. La Cresima dei ragazzi sia occasione per portare serenità nella famiglia e per affrontare con nuovo vigore le prove, le gioie e i dolori che ci sono sempre nella vita di ciascuno».