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Il Cardinale

Scola: «Expo, risorgimento di Milano.
Violenza da condannare in maniera radicale»

Intensa giornata di apertura dell’Esposizione universale anche per l’Arcivescovo di Milano, che ha pronunciato parole severe contro «gesti insopportabili», ma ha sollecitato l’impegno di tutti per costruire un futuro di speranza

2 Maggio 2015

«La fame può essere sconfitta. L’Expo sarà un successo se eliminerà il pregiudizio secondo cui la fame nel mondo è invincibile. Per affrontare il tema del diritto al cibo occorre che sia abbattuta la speculazione sui cibi, ma è necessario anche rispondere al bisogno spirituale della famiglia umana, perché ognuno di noi per condividere deve capire quale senso ha la vita». Sono le parole del cardinale Angelo Scola nella mattinata inaugurale dell’Expo, venerdì 1° maggio.

L’Arcivescovo di Milano ha così esortato a non banalizzare il tema dell’Esposizione. Un concetto ripreso in serata nella suggestiva cornice del Duomo con una nuova illuminazione. «Abbiamo visto all’Expo quanto la luce faccia spazio all’architettura e ridefinisca le cose – ha sottolineato -. Chiudiamo una giornata che tutti ci auguriamo essere anticipo di un risorgimento di Milano, di un riconfigurarsi della sua nuova anima, capace di assorbire e le contraddizioni e le tensioni che vengono dai grandi cambiamenti che sono in atto in questa fine di millennio. Auguriamoci che l’Expo rompa con il pregiudizio dominante che la fame nel mondo sia un problema strutturale e invincibile». 
Le parole di Scola sono anche per chi ha messo, poche ore prima, a ferro e fuoco il centro cittadino, i Black-Bloc, appunto un segno nero di oscurità. «Abbiamo vissuto una giornata di bellezza – ha scandito –, anche se un gruppetto di persone ha cercato di deturparla con la violenza che dobbiamo condannare in maniera radicale. Eppure anche dentro questo stesso gesto insopportabile è apparso un segno bello. Mi hanno segnalato che, appena la situazione si è chetata, molti cittadini sono scesi dalle loro case per aiutare a ripulire la strada. Questo è il modo con cui dobbiamo affrontare tali eventi. Tanta educazione, perché i violenti ritrovino il senso della vita civile e, in modo giusto e pacifico, dimostrino le loro opinioni. Come diceva Giovanni Paolo II, “si vince il male solo circondandolo, da ogni parte, di bene”. Questo è un impegno quotidiano che dà alla nostra vita senso pieno e gusto».