Le occasioni di apertura della città nei confronti del mondo universitario sono molto rare e legate a eventi estemporanei. Ecco perché, secondo noi, l’arcivescovo Scola (che con la Lettera pastorale di quest’anno ha spronato i cristiani della Diocesi di Milano a non rimanere rintanati nei propri cortili, a non avere paura, a non arroccarsi, ma a incontrare tutti) ci tiene a entrare in dialogo, lui per primo, con la realtà universitaria. A partire dal tema della condizione che accomuna tutti e che rende possibile che l’università sia questa esperienza affascinante e arricchente: la ricerca di libertà.
Qui a Universi (il nuovo sito www.universi-mi.it) siamo parecchio incuriositi, da quanto emergerà dall’incontro in programma il 27 novembre alla Bicocca: seguiremo l’incontro in diretta, sui nostri social, e nelle settimane successive riprenderemo i temi affrontati dall’Arcivescovo, per entrare nel dibattito.
Abbiamo raccolto pareri positivi – simili al nostro – anche in giro. Mariantonietta, studentessa della Bicocca, si dice «molto contenta che l’Arcivescovo abbia proseguito sulla stessa strada che l’anno scorso portò agli incontri di “Varcare la soglia”», e in generale del fatto che l’iniziativa miri ad aprire il dialogo a tutti, non solo ai ragazzi credenti. Claudia Di Filippo, ordinario di Storia moderna all’Università Statale, spiega che «il mondo universitario – certo con l’eccezione di quello interno alla nostra Chiesa – ha però delle sue caratteristiche molto speciali e specifiche; è sicuramente un mondo con il quale un rapporto non è facile, nel senso che richiede, come ben insiste a dire il nostro Papa, attenzione, rispetto e soprattutto dialogo; un dialogo che sia però tale, alla pari, senza pregiudizi, senza apriorismi; un dialogo cordiale, aperto, teso a riconoscere da ambo le parti i lati e gli apporti positivi che tutti possono dare. Di questo si avrebbe molto bisogno, come appare dall’attenzione e dall’accoglienza che anche all’interno del mondo universitario milanese ha avuto e ha la figura di papa Francesco». Secondo Di Filippo, infatti, «il mondo universitario soffre di un momento di confusione e di crisi che si prolunga in verità da tempo; dunque si sente, forse, la necessità di rimettersi a pensare al ruolo e della ricerca e soprattutto della docenza in un mondo che colloquia così da vicino con i giovani, ai quali – come ben diceva il cardinale Martini – ha in qualche modo “rubato” il futuro».
Noi, nel nostro piccolo, crediamo molto a questa modalità di vivere l’università: non come un posto dove si vivacchia in attesa di avere acquisito tutti i bollini per strappare il titolo o come una cosa-da-fare, né tantomeno come uno spazio dove cercare di imporre le proprie convinzioni, tappezzando i muri con volantini invasivi e «difendendo bastioni». In questa prospettiva, chiedersi che cosa significhi l’università – e cercare di rispondere insieme ad altri – non è una domanda retorica o astratta, ma un interrogativo costruttivo.
Per questo, secondo noi, un momento come la lectio magistralis dell’Arcivescovo del 27 novembre è da non perdere: perché è un’occasione di riflessione alta, che può davvero dire qualcosa a tutti e provocare, stimolare opinioni e dibattito. Anche perché ci sarà occasione di riparlarne. Tra di noi, sulle nostre pagine, e poi con lui: nel successivo incontro del 19 marzo ci si potrà confrontare direttamente con il cardinale Scola, in un dialogo aperto e schietto. Insomma, ci saremo e vi proponiamo di esserci. In ogni caso l’incontro ve lo racconteremo. E poi le parole dell’Arcivescovo le riprenderemo: per provare a ragionarci su. Insieme.