«Dov’è il Re dei Giudei che è nato? Perché la sua stella abbiamo visto apparire in Oriente e siamo venuti per adorarlo» (Matteo 2:2).
A tutti voi, amici e amiche, fratelli e sorelle, il nostro augurio di rivivere la gioia del Natale.
Un tempo, uomini sapienti hanno seguito una stella, visione o sogno, che diceva loro di una nascita, di una speranza da cullare, trasmessa dai profeti e alimentata dalle Scritture. Però hanno bussato alla porta sbagliata: alla casa di un re. Infatti, dove potevano cercare un salvatore e redentore di tutta l’umanità, se non tra principi e potenti?
«Dov’è il Re?». Chiedono i sapienti al re Erode. Ma il bimbo di Dio e dell’essere umano non è lì e nessuno lo conosce. Forse sta nel Tempio, nel magnifico edificio che sovrasta l’intera città, ma il Sommo sacerdote deve dire loro la verità: «Il bambino non è lì». I sapienti devono proseguire il loro viaggio, sempre guidati dalla stella, e scendere sempre più giù nella scala sociale. La stella finalmente si ferma su di una stalla dove giace un bimbo in fasce: c’è la madre con alcuni pastori, unici testimoni, pervasi di gioia e stupore.
Fuori dal palazzo regale, lontano dal tempio, in una stalla, una mangiatoia, un bimbo, una giovane madre, alcuni pastori: questo è bastato, e tuttora basta a Dio per darci il “segno” atteso della sua venuta per salvarci. Noi però ci aspettiamo altro e oltre, non ci accontentiamo di questa sobrietà di Dio, miriamo alla grandezza, al superfluo, al fragore, al lusso.
Il nostro augurio e invito è di tornare al Natale, fratelli e sorelle, amici e amiche, al Natale di quanti anche oggi sono profughi e fuggiaschi, perché c’è sempre un tiranno che vuole uccidere il bambino di Dio, che è anche un po’ nostro. Riviviamo il Natale della sobrietà evangelica, del segno essenziale, dell’umiltà del Salvatore che sceglie la mangiatoia e non il palazzo, l’aria aperta e non il tempio luccicante. Lasciamo il superfluo per fare spazio al Signore. Crisi e difficoltà di questi nostri tempi ci richiamino al bisogno di quanti sono il nostro prossimo in difficoltà: diamo loro del nostro, in vicinanza, comprensione e solidarietà. E sia pace e serenità a voi e alle vostre famiglie.
Il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano