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Busto Garolfo

Quando il microcredito
educa alla solidarietà

Grazie alla collaborazione tra Bcc, Comune e Caritas locale, i nuclei familiari a rischio povertà o in stato di forte disagio sociale ed economico possono ricevere contributi da restituire in due anni

di Veronica TODARO

20 Aprile 2014

Un modello assolutamente inedito di collaborazione a rete sul territorio per rispondere ai bisogni delle nuove povertà. È quello lanciato a Busto Garolfo dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, dal Comune e dalla Caritas locale, che hanno siglato una convenzione per dare vita a un progetto sperimentale di microcredito in aiuto alle famiglie in difficoltà. L’obiettivo è sostenere la crescita socio-economica di famiglie a rischio di povertà o in stato di forte disagio sociale ed economico con piccoli prestiti, mirati a risolvere emergenze contingenti.

La filosofia alla base è quella della responsabilità condivisa. Il progetto sperimentale di microcredito prevede l’erogazione di importi fino a 1.500-2.000 euro, da restituire al massimo in due anni. Ogni richiesta sarà vagliata dai Servizi sociali del Comune e dalla Caritas e inserita in un progetto personalizzato con obiettivi e impegni. Sono previste attività di monitoraggio e accompagnamento del beneficiario del prestito da parte dei Servizi sociali e della Caritas, che avranno il compito di visionare l’uso del denaro prestato, proprio in vista della restituzione dello stesso. Il microcredito è stato studiato per chi altrimenti non riuscirebbe ad accedere a un credito secondo formule ordinarie.

Tra i firmatari della convenzione don Ambrogio Luigi Colombo, parroco di Busto Garolfo e responsabile della Caritas: «La povertà sfila in modo continuo sia in parrocchia, sia in Caritas – sottolinea don Ambrogio -. Ringrazio la Bcc e il Comune per questa preziosa collaborazione: lavorando insieme possiamo concretamente rispondere ai bisogni delle persone. Con questo progetto vogliamo cercare di superare tanti aspetti burocratici che non permettono un accesso immediato al credito». E aggiunge: «Grazie a questo progetto parliamo di educazione assistenziale. Viene posta una rete a sostegno delle nuove povertà, nell’ottica di dare delle risposte, ma anche di creare un volano di crescita. Il concetto dell’aiuto è propedeutico a quello dell’educazione e della crescita, affinché chi oggi viene aiutato possa un domani aiutare altri».

Il progetto del microcredito non è il primo a essere stato lanciato dagli stessi tre soggetti promotori: la collaborazione tra amministrazione comunale, Bcc e Caritas era stata avviata già tre anni fa con l’iniziativa «Lavori in corso», un progetto per creare occasioni di occupazione attraverso lavori socialmente utili. Proprio la sinergia fra gli enti è uno dei punti di forza di questo accordo.

«Spesso – continua il parroco – chi è in difficoltà si rivolge alla banca, al Comune, alla parrocchia, alla Caritas e alle Acli. Ora il confronto ci consente di avere informazioni più chiare sulle persone che chiedono aiuto. L’importante non è dare assistenzialismo, ma creare possibilità concrete di lavoro e reinserimento».

L’assessore alle Politiche sociali della Provincia di Milano Massimo Pagani ha proposto di mettere allo studio il «modello Busto Garolfo», di modo da poterlo applicare in altre situazioni problematiche. «Non ho mai visto nulla di simile sul nostro territorio – ha sottolineato Pagani -. Si tratta di una risposta ai bisogni creati dalla crisi che viene dal basso e che è il frutto di una collaborazione virtuosa fra soggetti del territorio, quindi vicini ai problemi delle persone; senza di loro, senza una banca come la Bcc un progetto di questo tipo non si sarebbe mai realizzato. Si tratta di un modello che va in aiuto alle nuove povertà: insegna a risollevarsi con le proprie forze, perché questa è la logica del microcredito, restituire quello che si è avuto in prestito. Soltanto così si può veramente crescere, ci si può rilanciare e uscire dall’indigenza, origine, oggi, di tante tensioni sociali».