Verrà consegnato il prossimo 20 ottobre al filosofo e storico del pensiero francese Rémi Brague e al teologo gesuita statunitense p. Brian E. Daley il Premio Ratzinger, promosso dalla Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Ad annunciarlo, nella sala stampa della Santa Sede, il cardinale Camillo Ruini, presidente del comitato scientifico della Fondazione, e monsignor Giuseppe A. Scotti, presidente della medesima istituzione.
Un «filosofo vero» e un «grande storico della teologia patristica»
L’onorificenza vaticana, alla sua seconda edizione, consiste in una pergamena e un assegno da 50 mila euro per ciascun premiato; verrà consegnata da Benedetto XVI durante una cerimonia nella Sala Clementina del Palazzo apostolico. «Rémi Brague – ha sottolineato il cardinale Ruini illustrando il profilo dei due vincitori – è a mio parere un filosofo vero e al contempo un grande storico del pensiero e della cultura, che unisce alla forza speculativa e alla visione storica una fede cristiana e cattolica profonda ed esplicita, senza complessi». L’altro vincitore, Brian E. Daley, «teologo e patrologo meno conosciuto in Italia, ma a sua volta di rilievo internazionale, specialmente nell’area anglofona – secondo il porporato – è un grande storico della teologia patristica, ma anche un uomo impegnato con tutto se stesso nella vita e nella missione della Chiesa, che unisce esemplarmente il rigore scientifico alla passione per il Vangelo».
Dare spazio a Dio nella ricerca
«L’assegnazione del Premio Ratzinger – ha rilevato monsignor Scotti – vuol porre agli occhi dell’opinione pubblica la “questione di Dio” ed è una delle tre attività del lavoro ordinario della Fondazione», che si occupa anche di «convegni di alto valore scientifico» (il prossimo si terrà a Rio de Janeiro l’8 e il 9 novembre 2012, coinvolgendo più di 90 università e avendo come tema “Cosa fa sì che l’uomo sia uomo”), nonché mette a disposizione borse di studio per dottorandi in teologia. Il riconoscimento, ha evidenziato monsignor Scotti, segue «criteri oggettivi», ossia è destinato a «persone che hanno lavorato riconoscendo che Dio ha spazio nella loro ricerca», laddove oggi «non è facile» avere «un orizzonte nella ricerca scientifica che non escluda Dio». Nella scelta dei premiati, ha invece richiamato il cardinale Ruini, «quest’anno abbiamo coperto aree linguistiche – quella inglese e quella francese – che precedentemente non avevano ricevuto il riconoscimento», andato lo scorso anno a un italiano (Manlio Simonetti), un tedesco (p. Maximilian Heim) e uno spagnolo (Olegario González de Cardedal). E, per il futuro, «saremo lieti – ha aggiunto il Cardinale – se riusciremo a trovare qualche giovane davvero di spicco, una “promessa” da incoraggiare».
I due vincitori
Rémi Brague, 65 anni, è sposato e ha quattro figli. Per vent’anni ha insegnato filosofia medievale e araba alla Sorbona e attualmente ha la cattedra “Romano Guardini” di scienza e storia delle religioni e di weltanschauung cristiana all’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera. P. Brian Edward Daley, invece, ha 72 anni ed è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1964, compiendo gli studi filosofici al Loyola Seminary di New York e quelli teologici alla Hochschule Skt. Georgen di Francoforte, dove è stato anche assistente dello storico della cristologia Alois Grillmeier. Ha conseguito il dottorato alla Facoltà di teologia a Oxford, insegnando quindi teologia storica per 18 anni alla Weston School of Theology a Cambridge, nel Massachusetts, prima di trasferirsi all’Università di Notre Dame nel 1996.