Con la Messa in San Pietro che il Papa presiede per l’apertura dell’Anno della Fede si conclude il pellegrinaggio a Roma dei diaconi permanenti ambrosiani, in occasione del 25° del ripristino del ministero in Diocesi. Un momento solenne, per il quale anche i diaconi milanesi prestano il loro servizio per la distribuzione dell’Eucarestia (otto, in particolare, con l’onore di distribuirla ai Vescovi).
Ma se la giornata di oggi rappresenta il clou del pellegrinaggio, non meno importante è stata quella di ieri, aperta con l’udienza con il Santo Padre. «La definirei la giornata più “diocesana”- commenta don Giuseppe Como, neo-rettore dei diaconi ambrosiani -, perché vissuta in tanti momenti con il nostro Arcivescovo». Il cardinale Scola, infatti, ieri mattina ha accompagnato i diaconi in piazza San Pietro alla catechesi del Santo Padre, dedicata al Concilio Vaticano II alla vigilia del 50° dell’apertura. «Benedetto XVI ha ricordato come quel Concilio, a differenza di altri nella storia, non sia stato indetto per confutare errori dottrinali, stabilire dogmi o norme disciplinari – riferisce don Como -, ma per rinnovare il linguaggio della Chiesa nell’annuncio di Cristo. Per questo motivo è la bussola che orienta il cammino».
Al termine il Papa ha rivolto un saluto particolare ai diaconi permanenti ambrosiani e, in loro rappresentanza, Andrea Spinelli, accompagnato dal Rettore, ha donato al Pontefice la croce diaconale che viene consegnata nel giorno dell’ordinazione. «Il tutto si è svolto in un clima festoso e ricco di emozioni – racconta don Como -. Eravamo infatti posizionati molto vicini alla sede papale e abbiamo ascoltato le parole di Benedetto XVI con molta partecipazione. Inoltre per tanti diaconi, accompagnati dalle mogli, è stata la prima esperienza».
Dopo le visite in programma nel pomeriggio, i diaconi si sono ritrovati tutti insieme presso la cappella grande dell’Istituto Maria ss. Bambina per i vespri e la meditazione tenuta dal cardinale Scola, presente nonostante gli impegni del Sinodo. L’Arcivescovo ha riferito ai diaconi che il Santo Padre ha chiesto di loro e ha voluto sapere se i preti li valorizzano. Domande a cui lui ha risposto positivamente, anche se c’è ancora del cammino da fare. «Tutte le grandi riforme della Chiesa hanno bisogno di tempo», è stato il commento del Papa.
Un concetto che Scola ha ripetuto diverse volte nella sua meditazione, ricordando ai 58 diaconi presenti che il loro compito è quello di preparare il terreno affinché in futuro il ministero possa godere di sempre maggiore accoglienza. Inoltre, commentando il Salmo 126 (“Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori”), ha insistito sul fatto che la preoccupazione principale dei diaconi non deve essere il fare, ma riconoscere sempre che è Dio che agisce in ciascuno. Riprendendo il teologo Balthasar, Scola ha detto: «Non siete servitori, ma presi a servizio».Un concetto, quello dell’essere scelti da Dio, che, sottolinea don Como, viene ripetuto nell’omelia del giorno dell’ordinazione: «Tutti noi, infatti, siamo cooperatori del vescovo e in termini più ampi dell’azione di Dio che opera in noi».
La giornata si è poi conclusa con un concerto in onore dell’Arcivescovo, tenuto nella basilica romana dei Santi XII Apostoli, di cui è titolare. L’orchestra RSVP della cooperativa sociale onlus Parresia di Gorla Maggiore ha eseguito brani di Bach, Handel, Mozart, Vivaldi e Schubert, legandoli a una narrazione drammatizzata della vita di Pietro, dalla vocazione al rinnegamento, fino alla chiamata dopo la risurrezione di Gesù. «Un meditazione in musica che l’Arcivescovo ha molto gradito – confessa il rettore dei diaconi -, perché la musica ha un linguaggio universale che penetra in profondità molto più delle parole».