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Brasile

«Non ho oro, né argento, porto Cristo»

Il primo giorno di Papa Francesco a Rio de Janeiro. L’incontro con la presidente Rousseff, il primo discorso e l’abbraccio della folla traboccante di entusiasmo

di Roberto PIERMARINI da News.va

24 Luglio 2013

Il primo giorno di Papa Francesco a Rio de Janeiro è stato contrassegnato dall’entusiasmo travolgente del popolo brasiliano, che ha accolto con grande affetto e calore il Successore di Pietro. Il Pontefice è giunto nella città carioca per il suo primo viaggio internazionale in occasione della 28.ma Giornata mondiale della gioventù. Il servizio del nostro inviato a Rio de Janeiro,

Il Papa ha voluto dare subito la sua impronta a questo viaggio abbracciando il popolo brasiliano con la jeep scoperta che tra due ali di folla festante, ha attraversato le strade di Rio, dalla cattedrale fino al Palazzo Guanabara dove ha incontrato la presidente Rousseff, la prima ad accoglierlo sotto la scaletta dell’aereo insieme all’arcivescovo di Rio monsignor Tempesta. Significativa anche l’utilitaria bianca con cui il Papa ha lasciato l’aeroporto, tanto da disorientare la gente lungo il tragitto che lo “cercava” sulle più eleganti auto del seguito. E la sicurezza ha avuto il suo ben da farsi per allontanare i giovani che per salutarlo si sono accalcati con troppa foga intorno all’auto papale che in alcuni momenti è rimasta congestionata nel traffico di Rio.

Ed è al popolo brasiliano che il Papa ha dedicato il suo primo discorso a Rio: «Ho imparato che, per avere accesso al popolo brasiliano, bisogna entrare dal portale del suo immenso cuore; mi sia quindi permesso in questo momento di bussare delicatamente a questa porta per trascorrere questa settimana con voi. Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo!».

Il Papa ha quindi reso grazie alla benevolenza divina che gli ha dato la possibilità di ritornare nella sua amata America Latina. Per la Gmg, ha detto il Pontefice «sono venuto a incontrare giovani arrivati da ogni parte del mondo, attratti dalle braccia aperte del Cristo Redentore, giovani che parlano lingue differenti, portatori di culture variegate e che trovano una verità limpida e un amore autentico che li uniscono al di là di ogni diversità. Ed è un’energia potente – ha osservato – che si sprigiona quando i giovani sono conquistati dall’esperienza con Cristo».

«La gioventù è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo e quindi ci impone grandi sfide. La nostra generazione – ha detto – si rivelerà all’altezza della promessa che c’è in ogni giovane, quando saprà offrirgli spazio; dargli solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l’educazione; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere».

Il pensiero è andato alle aspettative dei tanti giovani che nelle scorse settimane hanno manifestato in tutto il Brasile per chiedere un futuro migliore. Nel suo discorso Dilma Rousseff ha affermato che le manifestazioni sono state un atto democratico ed una opportunità per rinnovare la speranza in un mondo migliore. La Presidente riferendosi al Papa ha affermato che «sappiamo che abbiamo davanti a noi un leader religioso sensibile ai desideri di giustizia sociale dei nostri popoli» e ha rinnovato la lotta alla povertà soprattutto in Africa.