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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Milano

«Non dimentichiamo
che la nostra vita è risposta a Dio!»

In Duomo il cardinale Scola ha proseguito la Via Crucis quaresimale con una meditazione dedicata alle Stazioni IV, V, VI, VII e VIII. Al termine ha ringraziato il Papa per il suo ministero pastorale e ha invitato i fedeli a pregare in vista del Conclave

26 Febbraio 2013

«Non dimentichiamo che la nostra vita è risposta a Dio!», è l’esortazione con cui il cardinale Angelo Scola, prendendo spunto dall’incontro tra Gesù e Maria lungo la via al Calvario, ha avviato questa sera la sua meditazione in Duomo per la seconda Via Crucis nell’ambito del cammino catechetico quaresimale sul tema “Stabat Mater dolorosa”. Al termine della celebrazione l’Arcivescovo ha inoltre rivolto il ringraziamento suo personale e della Chiesa ambrosiana a Benedetto XVI «per il dono del suo ministero pastorale così ricco di fede, di testimonianza, di alto magistero e di straordinaria umiltà» e ha invitato i fedeli a pregare in vista dell’imminente Conclave.

Alla presenza in Cattedrale dei fedeli della Zona II (Varese) e della Zona V (Monza) e di quelli del resto della Diocesi collegati grazie alle dirette tv, radio e web, la seconda tappa della Via Crucis ha avuto per titolo “Il Figlio che sostiene la Madre” e ha riguardato le Stazioni IV, V, VI, VII e VIII. La riflessione dell’Arcivescovo si è concentrata sulle figure incontrate da Cristo lungo il suo cammino: oltre a Maria, Simone di Cirene, Veronica e le donne di Gerusalemme.

«Anche a noi spesso la croce arriva addosso così, inaspettata – ha detto a proposito di Simone -. Ci coglie di sorpresa, mentre torniamo dai campi dell’“umana avventura”. Piomba come un rapace sul nostro quieto quotidiano, fatto di affetti e di lavoro, e lo sconvolge. Pensiamo alla malattia, alla morte, alla perdita del lavoro, alle ferite dell’amore… All’improvviso ci cambia la vita. Niente è più come prima». Così Simone diventa testimone, «aprendo la strada a tutti coloro che, dall’inizio della Chiesa fino a noi, accettano di portare la croce di Cristo».

L’invito a cercare il volto del Signore, come ha fatto Veronica  «è scolpito nel cuore di ogni uomo… Il bimbo, anche piccolissimo, cerca il volto della madre per imparare quanto è bene che egli sia. L’amato, tra le centinaia di volti anonimi delle nostre metropoli, cerca il volto dell’amata, lo sposo della sposa, il figlio della madre… Per questo ogni volto e ogni relazione – secondo il posto che il Padre, nel suo Disegno imperscrutabile ma buono, gli ha assegnato – diventa segno del Suo volto e via a Lui».

La VII Stazione è quella della seconda caduta di Gesù. «Nelle cadute di Gesù ci siamo tutti noi», ha scritto don Mazzolari, ripreso dall’Arcivescovo nella sua omelia. «Il caduto non è un disertore, ma uno che “viene meno per via”: e Gesù l’attende, chino a sua volta sotto la croce, perché nessuno si senta solo nell’ora più buia». «Al nostro grido ormai sfinito – ha proseguito il Cardinale – Gesù risponde raggiungendoci “per terra” da dove stavamo perdendo la speranza di rialzarci e ci assicura: “Non temere, il mio amore non verrà meno e ti salverà”».

Infine, il dolore delle donne. «Di fronte al dolore, soprattutto al dolore innocente causato dalla malvagità umana – ha sottolineato Scola – , la chiesa nostra Madre ci educa a non fermarci alle pur umanissime lacrime di compassione, ma ci conduce fino alla radice personale di questa responsabilità, che è sempre corresponsabilità col male… E la contrizione attraversa tutta la mossa del sentimento per attingere al giudizio e alla decisione della libertà». «Non sottraiamoci al dono della misericordia dispensato nella confessione sacramentale!», la conclusione dell’Arcivescovo.

Il rito è stato arricchito dalla presenza della copia della Pietà Rondanini di Michelangelo Buonarroti e animato da testimonianze in poesia e prosa (testi di Paul Claudel, Paolo VI, Charles Péguy, don Primo Mazzolari e San Bonaventura) e accompagnamenti musicali (brani di monsignor Luciano Migliavacca, Agostino Donini e Franchino Gaffurio).

La Via Crucis in Duomo si snoderà attraverso altre due tappe, in programma sempre al martedì alle 21. Il terzo incontro è fissato per martedì 5 marzo. Avrà per titolo “E chinato il capo, consegnò lo spirito” e sarà dedicato alle Stazioni IX, X e XI. Per quella serata sono particolarmente attesi in Cattedrale i fedeli delle Zone VI (Melegnano) e III (Lecco).