Ieri pomeriggio le navate del Duomo di Milano erano tutte trapuntate di bianco, il colore delle vesti dei quasi 3.500 chierichetti che hanno partecipato al Meeting con l’Arcivescovo. Già a partire dalle 14 ragazzi e ragazze provenienti da ogni angolo della Diocesi hanno iniziato a riempire la cattedrale con la loro festosa presenza. Poi alle 15 tutti in silenzio ad ascoltare il coro delle voci bianche diretto dal maestro don Claudio Burgio, che ha accolto la solenne processione d’ingresso con il cardinale Scola e i numerosi sacerdoti che hanno concelebrato.
Alcuni chierichetti e cerimonieri delle parrocchie di Lambrate, Limbiate e Metanopoli hanno avuto il privilegio di servire all’altare durante la Messa, pensata per incontrare e ringraziare tutti i chierichetti che svolgono un prezioso e importante incarico all’interno della Chiesa, come ha ricordato don Alberto Colombo, direttore del Mo.Chi (Movimento Chierichetti), salutando l’Arcivescovo.
Grande emozione si è letta anche sul viso del Cardinale, che per la prima volta partecipava al Meeting e dal pulpito, iniziando l’omelia, ha voluto abbracciare tutti con il suo sguardo. «Provo un forte sentimento di bellezza – ha detto – che, come insegna un grande Santo, è lo splendore della verità e la verità è sempre buona». Poi, commentando il Vangelo di Giovanni, ha spiegato ai ragazzi che la bellezza, la verità e la bontà diventano via e vita nella persona di Gesù, che si fa presente e vicino a tutti nell’Eucarestia.
Rivolgendosi ai chierichetti come un nonno, ha aggiunto: «Non c’è cosa più bella che l’amicizia con Gesù». Ma per incontrare il Signore c’è bisogno di un’apertura di mente e di cuore e soprattutto tanto impegno. Ecco perché, quando nel servizio all’altare insorge qualche distrazione, bisogna subito recuperare l’atteggiamento di ascolto e di apertura a Gesù che viene. «Niente nella vita di bello, vero e buono si può raggiungere senza impegno, fatica e sofferenza – ha ricordato ai giovani che lo ascoltavano con attenzione -, ma questa sofferenza, se accolta nella croce di Gesù, è destinata a diventare gioia».
Ecco allora l’impegno che ha lasciato ai chierichetti:«Comunicate ai vostri coetanei il dono dell’amicizia con Gesù con gioia, senza paura». Ricordando poi l’esempio di San Tarcisio, patrono dei chierichetti, ha invitato alla fedeltà nei confronti della comunità di appartenenza, al Movimento Chierichetti e alla chiamata alla vocazione che lo spirito di Gesù Risorto farà a tempo debito.
Proprio come nella sua prima Messa da Arcivescovo di Milano, Scola ha ricordato ai tanti giovani presenti: «Se sentite nel vostro cuore un’inclinazione a dedicarvi a Dio attraverso la consacrazione o il sacerdozio, dovete prendere sul serio questa chiamata e parlarne con i sacerdoti, le suore, i genitori per capire cosa realmente significa».
Al termine della celebrazione eucaristica un chierichetto, a nome di tutti, ha consegnato al Cardinale le ultime copie di Fiaccolina, la rivista del Mo. Chi, ringraziando l’Arcivescovo per il sostegno al gruppo chierichetti e per l’esempio che quotidianamente offre ai giovani. Parole che hanno commosso il Cardinale, tanto quanto le strette di mano e gli applausi che hanno riecheggiato a lungo nelle navate del Duomo.