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Testimonianza

Nikolas, l’amore per Cristo fa giri immensi e poi ritorna

Dopo i sacramenti dell’iniziazione cristiana, Abbate, 24enne di Bresso, si era allontanato dalla Chiesa. Grazie all’oratorio si è riavvicinato e, dopo un percorso non privo di difficoltà, il 4 ottobre sarà ordinato diacono: «Il cuore mi tirava verso Gesù»

di Ylenia SPINELLI

3 Ottobre 2025
Nikolas Abbate

Nikolas Abbate proviene da una famiglia poco praticante, ma lui nell’oratorio della sua parrocchia – Santi Nazaro e Celso di Bresso – ci è cresciuto, si è allontanato ed è ritornato. «Dopo la Cresima, come accade a tanti ragazzi, non sono andato più a Messa e al catechismo – racconta -, ma poi è proprio in oratorio che ho riscoperto la bellezza della fede nel gioco, nelle amicizie, nel servizio e soprattutto grazie agli educatori e al don che ci tenevano alla preghiera».

Ed è durante un’Adorazione eucaristica quaresimale, nel 2016, che nel suo cuore è successo qualcosa. «La vera scossa l’ho avuta alcuni mesi dopo, sempre davanti a Gesù Eucaristia, al termine di un incontro per educatori organizzato dalla Fom a Capizzone. Sono uscito dalla chiesa con l’intuizione di diventare prete».

Nikolas è figlio unico e ai genitori, che si immaginavano nonni, non ha detto nulla per un po’ di tempo. «Ho fatto dei percorsi di avvicinamento al Seminario, cercando di tenere il segreto – confessa Nikolas -, anche se avevo 17 anni e non era facile trovare giustificazioni per stare tanto tempo fuori casa. Mi sono iscritto alla proposta Salti di qualità, che si teneva a Seveso, facendomela a piedi da Bresso, perché non ci sono mezzi di trasporto comodi: tre ore ad andare e tre a tornare. Al secondo incontro l’ho detto al mio don, che si è offerto di accompagnarmi».

La vocazione di Nikolas si alimentava pian piano grazie alla partecipazione alla Messa quotidiana e alla preghiera. «La mia vicina di casa, vedendomi così assiduo, ha messo la pulce nell’orecchio a mia mamma – racconta -. E lei un giorno mi ha chiesto, un po’ provocatoriamente, se volessi diventare prete; alla mia risposta affermativa, non l’ha presa bene. Per non parlare di mio papà, al quale l’ho detto tempo dopo».

Gli inizi del cammino vocazionale per Nikolas non sono stati facili, ma ora che si avvicina all’ordinazione è più sereno, anche perché vede i suoi genitori finalmente contenti della sua scelta di seguire Gesù: «Per loro il momento più forte è stato il giorno dell’ammissione agli ordini sacri, in Duomo, l’8 settembre di tre anni fa – ricorda -. La mamma si è emozionata moltissimo nel vedermi felice e circondato dall’affetto dei miei amici, dei preti e dei compagni di Seminario. Vedendomi così benvoluto, forse ha pensato che anche da prete non sarei stato solo, che è la cosa che la preoccupa maggiormente».

Oggi Nikolas ha 24 anni e, pur sapendo che la relazione con Gesù è decisiva per la sua vita e che presto lo diventerà anche sacramentalmente, prova una «sana inquietudine». Riprendendo un testo del cardinale Martini, sul quale ha più volte meditato, ha capito che per lui è giunto il momento di «rischiare e giocarsi per il Signore e la sua Chiesa».

Da ragazzino sognava di entrare in polizia o di studiare criminologia, incuriosito dal perché alcuni uomini arrivino alla delinquenza, poi i suoi piani sono stati stravolti. «Ero giovane e avrei potuto rimandare il Seminario, come mi consigliava anche il papà – confessa -, ma più il tempo passava, più mi accorgevo che sarei rimasto insoddisfatto, perché il cuore mi tirava verso Gesù».

Consapevole della sua piccolezza e sostenuto dalla preghiera, Nikolas si sta preparando all’ordinazione diaconale. «Pronti non ci si sente mai – conclude -, ma, come mi ha detto monsignor Delpini, l’importante è essere disponibili».