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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Testimonianza

Natale in Africa con un piccolo angelo in cielo

Pubblichiamo gli auguri di un missionario ambrosiano che da anni presta il suo ministero in Zambia condividendo gioie e dolori con la sua gente. Come leggiamo in questo suo scritto…

di Francesco Airoldi fidei donum a St Maurice a Kanyama, Lusaka

23 Dicembre 2016

È un’altra volta Natale! L’attesa di queste settimane è passata in un istante. Tutto si muove troppo in fretta senza quasi lasciare ricordi sensibili. C’è però qualcosa che ti rimane dentro, ti segna per sempre e so che non se ne andrà mai più da me.

Era tanto tempo che lo aspettavamo. Da anni dicevo al mio amico e stretto collaboratore John che volevo un bambino maschio da lui e da sua moglie. Lo avrebbe chiamato John come lui e Francis come me. Eravamo contenti quando nei primi mesi del 2016 attraverso un’ecografia John e sua moglie Alice scoprirono che il bambino in arrivo sarebbe stato un maschio. Così il primo giorno di Agosto fui chiamato da John perchè per la moglie era arrivato il momento di partorire. Di corsa all’ospedale alle tre del pomeriggio e alla sera alle nove John Francis era con noi. Abbiamo potuto vederlo solo la mattina successiva perchè il reparto di maternità è off limits per i maschi se snon nelle ore ufficiciali di visita. Un bellissimo bambino di 4.2 Kg! Alle ore 13 del 2 agosto la mamma tornò a casa con il neonato. Tutti a fargli festa qui in parrocchia. Anch’io era entusiasta finalmente di poter vedere questo bimbo tanto atteso e di sentire i suoi pianti dalla mia stessa casa.

Alle 7 di sera mi chiama John dicendomi che il bambino piangeva troppo e che secondo la mamma aveva la febbre. Mi chiesero di accompagnarli all’opsedale. Di corsa presi la macchina e di volata li accompagnai all’ospedale più vicino a casa. Ma lì il primo rifiuto. A grande velocità decidemmo allora di andare all’ospedale dove era stato partorito e da dove era stato dimesso poche ore prima. Ricordo che andavo forte, molto forte, come mai ho guidato sulle strade confuse di Lusaka. Parcheggiai appena fuori dal reparto pediatrico facendo scendere subito la madre col bambino e il padre John. Corro a parcheggiare la macchina lontano dall’ingresso e quando ritorno al reparto mi vedo arrivare la madre senza il bambino straziata e in lacrime. John Francis era morto.

Non ci hanno detto niente all’ospedale se non che dovevamo andare all’obitorio a lasciare il nostro piccolo in attesa della sepoltura. Per loro era tutto normale. Nelle lacrime mie, della mamma e del papà ho voluto battezzare con un poco di acqua John, che era ancora caldo nelle mie braccia. Ho voluto offrirlo al Signore così. Nella disperazione ma con un po’ di fede.

Ce l’ha portato via la stupidità umana di coloro che hanno dimesso dall’ospedale un neonato senza i dovuti controlli.

John Francis se ne è andato perchè ha avuto la sfortuna di nascere in un paese, come ce ne sono tanti al mondo, dove la sanità è inconsistente e dove la vita non vale nulla.

John Francis se ne è andato ma è ancora con noi. Sarebbe stato il mio Gesù bambino nella messa della notte di Natale… Comunque certo non potrò mai dimenticarmi di lui.

È un altro angelo in cielo. Uno di quelli che in questi giorni di Natale canta e invoca la pace per tutti gli uomini. E sono convinto che ne abbiamo proprio bisogno e che comunque anche se lontano sta facendo un bel servizio a tutta l’umanità.

Buon Natale a te caro amico, cara amica. E se riesci, per quel che dipende da te, cerca di rendere questo nostro mondo un luogo migliore.