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17 settembre

Mons. Francesco Paleari, nuovo beato al servizio dei poveri

Alle 10 presso la chiesa della Piccola Casa di Torino sarà beatificato un sacerdote del Cottolengo originario di Pogliano Milanese

6 Settembre 2011

Sabato 17 settembre alle 10 presso la chiesa della Piccola Casa di Torino sarà beatificato don Francesco Paleari, sacerdote del Cottolengo originario di Pogliano Milanese. Don Francesco nacque a Pogliano Milanese il 22 ottobre 1863, da Angelo Paleari e Serafina Oldani, penultimo di otto figli. Il giorno successivo fu battezzato nella Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. La sua era una famiglia povera, contadina, numerosa, in cui si lavorava molto per provvedere a molteplici bisogni. Non mancava però la serenità e tanta fiducia in Dio.

Francesco crebbe sereno e gioioso, educato cristianamente ad una fede semplice e forte. Il parroco di Pogliano don Luigi Fumagalli ben presto scorse in lui i segni della vocazione sacerdotale. Tuttavia le difficoltà economiche della famiglia costituivano un ostacolo al suo ingresso in seminario. Pertanto lo stesso parroco scrisse al superiore della Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino, chiedendo che il suo ragazzo fosse accolto nel seminario dei “Tommasini”, voluto fortemente da San Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842) per preparare sacerdoti per la Piccola Casa, per le missioni e per il clero diocesano.

Ricevuto dal primo successore del Cottolengo, padre Luigi Anglesio, Francesco affrontò con impegno gli anni del seminario. Fu ordinato sacerdote il 18 settembre 1886 a soli 23 anni dal cardinale Gaetano Alimonia, Arcivescovo di Torino.

Negli anni della formazione conobbe a fondo la realtà della Piccola Casa della Divina Provvidenza, dove amorevolmente venivano accuditi poveri, ammalati, disabili, bambini con difficoltà. In questo clima di fattiva carità il giovane Francesco si sentì chiamato a vivere il suo ministero sacerdotale nella Piccola Casa e scelse di essere sacerdote della “Congregazione dei Preti della Santissima Trinità”. 

Il carisma del Fondatore, condiviso con i confratelli sacerdoti, le suore e i fratelli cottolenghini, fu da lui pienamente compreso e vissuto con autenticità. Con la sua finezza d’animo e la sua amabilità, si distingueva nel quotidiano e fedele servizio pastorale a favore dei poveri. Diversi testimoni ricordano l’intensità spirituale  del “piccolo prete del Cottolengo”, come veniva chiamato per la sua statura minuta.

Per la sua notevole preparazione cuturale don Francesco fu incaricato di insegnare latino e filosofia nel seminario dei Tommasini, e poi anche in quello dei Missionari della Consolata, fondati dal beato Giuseppe Allamano (1851-1926), di cui fu consigliere e collaboratore. Pazienza, cordialità e capacità di persuasione furono le caratteristiche che restarono indelebili nel ricordo dei suoi allievi. Man mano che le sue doti umane e spirituali si rendevano manifeste, don Paleari era posposto per nuovi incarichi da parte dell’Arcidiocesi di Torino.

Per più di 4 anni fu confessore e direttore spirituale del seminario diocesano, predicatore di esercizi spirituali al clero, ai religiosi e alle religiose della Piccola Casa e di altre congregazioni religiose, e ad ogni ceto di persone. Nel 1922 fu nominato Canonico della Collegiata della SS. Trinità di Torino, alla quale era già appartenuto il canonico Cottolengo. Fu anche Provicario generale e Vicario per la Vita Consacrata dell’Arcidiocesi torinese. C’era da stupirsi per la mole incredibile di lavoro che con una calma inalterabile riusciva a smaltire.

Nel 1936 una malattia cardiaca lo costrinse, in pochi mesi, a una inattività quasi assoluta. Fu l’ultima grande prova, durata tre anni, vissuta con vero spirito di fede. Soleva ripetere: “Noi dobbiamo essere nelle mani di Dio, come una palla nelle mani di un bambino che gioca. Quanto più forte la palla viene buttata a terra, tanto più rimbalza in alto!”. Morì il 7 maggio 1939, circondato da vasta fama di santità.

Il 6 maggio 1946 la sua salma fu traslata dal cimitero di Torino alla Chiesa del Cottolengo e tumulata vicino alla tomba del fondatore, San Giuseppe Benedetto Cottolengo. L’11 giugno 1947 si diede il via al processo di beatificazione. Fu dichiarato Venerabile dal Beato Giovanni Paolo II il 6 aprile 1998. Il 10 dicembre 2010 fu promulgato il Decreto che riconosce la guarigione miracolosa ottenuta per sua intercessione.

Il miracolato è Silvio Cuizza, torinese, nato l’11 settembre 1935 e ancora vivente, che all’età di 12 anni, colpito da meningo-encefalite da virus poliomielitico, era rimasto paralizzato agli arti superiori e inferiori, con difficoltà alla vista e alla parola. I genitori invocano l’intercessione di don Francesco Paleari per la guarigione del piccolo Silvio e vengono esauditi.