Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato 2016, dal titolo: “Migranti e Rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”, papa Francesco precisa che: «I flussi migratori sono ormai una realtà strutturale e la prima questione che si impone riguarda il superamento della fase di emergenza per dare spazio e programmi che tengano conto delle cause delle migrazioni, dei cambiamenti che si producono e delle conseguenze che imprimono volti nuovi alle società e ai popoli».
Indagare le cause delle migrazioni è pertanto una priorità. In primo luogo nella dimensione e in prospettiva sociale, per essere realmente efficaci nella solidarietà e delineare modelli pluralisti, inclusivi e sostenibili: «Perciò esorto i Paesi a una generosa apertura, che invece di temere la distruzione dell’identità locale sia capace di creare nuove sintesi culturali. Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti, e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo!» (Evangelii gaudium n. 210).
In secondo luogo nella dimensione e in prospettiva etica, per smascherare la demagogia che mira a contrapporre alcune categorie di migranti, meritevoli di aiuto (i profughi) ad altre, che non ne avrebbero diritto (i cosiddetti “migranti economici”). Tale contrapposizione si basa infatti sul presupposto che gli uni fuggano da conflitti ingiustamente subiti, mentre gli altri scelgano liberamente di abbandonare i propri Paesi, economicamente falliti a causa di politiche inconcludenti sul piano economico e sociale, della corruzione dilagante e di contrapposizioni etniche, per tentare la sorte in Paesi che si ritengono virtuosi. Vorremmo ricordare che nella sua ultima lettera enciclica Laudato si’, papa Francesco denuncia senza mezzi termini le reali cause della migrazione di milioni di persone: «È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile» (Laudato si’, n. 25).
Il Vangelo della misericordia ci obbliga pertanto a fare luce sulla verità delle cause economiche, ecologiche e sociali di ogni situazione, per trarne conseguenze responsabili, a vantaggio sia dei migranti che delle società e dei Paesi che li ricevono, con la consapevolezza che la giustizia è la base imprescindibile della misericordia e la mutua accoglienza la sola garanzia di futuro per tutti.
Lo scorso 4 ottobre, durante l’annuale omaggio dell’olio per la lampada di san Francesco affidato per il 2015 alle Chiese di Lombardia, insieme a vescovi, sacerdoti, fedeli laici, rappresentanti del mondo dell’associazionismo laico e cattolico, della politica e delle istituzioni, era presente ad Assisi anche una folta rappresentanza di fratelli migranti provenienti da tutte le Diocesi lombarde, in pellegrinaggio nella terra del Santo Patrono d’Italia.
L’auspicio è che il segno concreto, visibile e testimoniante di quella giornata si riverberi nella vita quotidiana delle nostre città, dei nostri paesi e soprattutto delle comunità cristiane, nella convinzione che il Vangelo dell’accoglienza e della misericordia è l’occasione storica che abbiamo per costruire un mondo migliore.