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Media & minori CHE COSA GUARDANO ALLA TIVÙ?

9 Ottobre 2007

A questo proposito abbiamo sotto mano un po’ di dati molto interessanti. Il campione considerato, per questa rilevazione, riguarda bambini di età compresa fra 4 e 14 anni. Le loro preferenze: il 15% alle tre reti Rai, il 21,8% alle tre reti Mediaset, ma per il 24,4% va ai canali satellitari a pagamento e in particolare a Disney Channel.

di Sergio Borsi

Alla vigilia della giornata delle comunicazioni sociali è lecito porsi questa domanda: i nostri bambini cosa guardano alla televisione? In alcuni casi, programmi per loro non adatti; più in generale l’attenzione si sofferma sulle trasmissioni che divertono, interessano, entusiasmano i più piccoli. A questo proposito abbiamo sotto mano un po’ di dati molto interessanti e che rispondono alla domanda iniziale. Il campione considerato, per questa rilevazione, riguarda bambini di età compresa fra 4 e 14 anni. Le loro preferenze: il 15% alle tre reti Rai, il 21,8% alle tre reti Mediaset, ma per il 24,4% va ai canali satellitari a pagamento e in particolare a Disney Channel.

Il confronto non è omogeneo perché considera programmi trasmessi in chiaro rispetto ai canali a pagamento. Ma la nostra analisi non si può limitare ai soli programmi Rai e Mediaset perché noi genitori dobbiamo coniugare due esigenze: evitare che i bambini guardino programmi assolutamente non adatti alla loro età e alle loro sensibilità ma, al tempo stesso, rispondere alla domanda dei più piccoli che chiedono programmi studiati e concepiti proprio per la loro età evolutiva. Quindi prendiamo in esame anche i canali a pagamento, che sono 16 e si servono tutti della piattaforma satellitare. Sono di proprietà di sette editori indipendenti da Sky. Fra questi ci sono i 4 canali della Disney ma anche i canali di Jetix che hanno fatto segnare, nello scorso mese di aprile, ottimi risultati di ascolto.

Cosa si può desumere da questi dati? Principalmente due considerazioni. La prima: i programmi per bambini di Rai e Mediaset sono assolutamente insufficienti. Le televisioni generaliste, peraltro, non possono soddisfare le molteplici esigenze di un particolare target di ascolto, quale appunto quello dei bambini Nel senso che l’offerta deve essere variegata e rispondere alla domanda di fasce di pubblico assai diverse: ci sono certo i bambini ma anche i giovani, i genitori, i nonni. I programmi dei bambini, come i cartoni, le fiabe, i giochi sono concentrati in alcune ore della giornata e rispondono solo in parte alla domanda dei più piccoli.

La seconda considerazione: per rispondere pienamente alla domanda dei più piccoli, dei bambini e ragazzini, occorre scegliere i canali tematici che trasmettono tutto il giorno programmi studiati e realizzati proprio per i più piccoli. Sono programmi trasmessi su canali satellitari e realizzati da società – ho citato per semplificare la Disney – che hanno acquisito una vasta esperienza e una profonda conoscenza delle esigenze di questo particolare pubblico. Certo, costa qualche euro perché bisogna abbonarsi ma il risultato che si ottiene ripaga certamente la spesa. Mi rendo conto che non tutte le famiglie sono disposte ad abbonarsi ai canali monotematici satellitari per i bambini. Ma perché questa esclusione? Se è giusto ricorrere alla televisione a pagamento per le partite di calcio o per vedere i migliori film o spettacoli di alta qualità – come fanno gli adulti – perché escludere i figli dai programmi creati proprio per loro?

Si può concludere con un suggerimento: la pay tv, la televisione a pagamento sarà, d’ora in poi, sempre più preferita per la qualità dei programmi offerti dai canali tematici. Attenzione, quindi, a scegliere preferendo davvero la qualità che aumenta la nostra conoscenza e allarga i confini della nostra cultura. Per nostra intendo quella degli adulti ma specialmente dei bambini di oggi che saranno gli uomini e le donne di domani.