«Attraverso la tessitura di un dialogo tra le diverse realtà familiari che vivono esperienze di condivisione, si vorrebbe contribuire a trovare il filo capace di moltiplicare i legami in una società sempre più fragile e sconnessa. Costruire relazioni che consentano di imparare gli uni dagli altri, riscoprendo gli elementi fondanti di una vera comunità». Lo sostiene Matteo Zappa, responsabile Area famiglia della Caritas ambrosiana. In Diocesi sono tantissime le famiglie che sperimentano stili di vita di condivisione nel lavoro, nella cura, nel consumo, nella gestione della casa. Sono i migliori interpreti del messaggio che la Chiesa vuole lanciare durante l’Expo, con un evento significativo, che mobiliterà le famiglie ambrosiane. Domenica 12 aprile la Caritas ambrosiana, il Servizio per la Famiglia, il Servizio per la Pastorale sociale hanno chiesto a loro di farsi protagoniste di una grande festa diffusa in 20 luoghi della Diocesi, prima tappa di un percorso di riflessione che terminerà proprio durante l’Esposizione universale. L’iniziativa è promossa in collaborazione con Acli, Forum regionale delle associazioni familiari della Lombardia, Oasi per la Famiglia.
Da quali domande è partita l’iniziativa che coinvolgerà le famiglie il 12 aprile?
Sono diversi gli interrogativi che poniamo all’attenzione di tutti. Come ripensare i principi del nostro sistema economico e le attuali politiche per garantire il benessere della persona e della famiglia? Come attivare le diverse forme aggregative e associative presenti nella nostra società, perché assumano un ruolo di veri protagonisti del cambiamento? Quale ruolo le famiglie possono giocare nella costruzione di una vita buona per le generazioni di domani? Da questi interrogativi nasce «abitare, prendersi cura, lavorare, consumare, condividere: famiglie e stili di vita», percorso per valorizzare le scelte quotidiane familiari nella costruzione del bene comune.
Quali saranno gli ambiti di attenzione?
Innanzitutto le esperienze presenti nei territori avranno l’opportunità di raccontarsi e di confrontarsi all’interno della tematica generale del «dividere per moltiplicare». A partire dal prendersi cura. Si vuole che «bene comune» non resti uno slogan: saranno valorizzate e fatte conoscere le esperienze di condivisione presenti sul territorio centrate sull’accoglienza, sul sostegno reciproco, sulla solidarietà che stanno alimentando il bene di tutta la comunità. In secondo luogo, consumare. La convivialità e la logica solidale hanno portato alla creazione dei Gruppi di acquisto solidale o familiare, per un consumo equo, etico ed ecologico, e la valorizzazione del commercio equo e solidale: in gioco vi è la scelta responsabile dei cibi e la capacità di sostenere progetti di sviluppo.
Ma non mancherà anche l’attenzione ai temi della casa e del lavoro…
Certo. L’abitare, con esperienze virtuose di condivisione della vita, come quella del co-housing o delle comunità di famiglie con la grande capacità di accoglienza che spesso mettono in atto. E il lavorare: esistono esperienze di cooperazione sociale, di co-working e di sviluppo di nuove forme di organizzazione del lavoro. Questi sono esempi di un nuovo modo di pensare il lavoro in un’ottica che favorisca l’armonizzazione e la conciliazione dei tempi lavorativi con il tempo della vita familiare.
Come si articoleranno questi momenti di festa?
Sulla base di queste tematiche ogni territorio ha pensato di organizzare una giornata di incontro, festa e approfondimento con particolare riferimento al contesto cercando di valorizzare le realtà presenti. Gli eventi che si realizzeranno nella giornata del 12 aprile – e in alcuni territori nelle domeniche successive – hanno alcuni ingredienti comuni, pensati per promuovere e favorire una partecipazione attiva di persone e famiglie. A partire dalla piazza, quale luogo di presentazione delle buone pratiche che il territorio esprime e di incontro e condivisione con e tra le famiglie nelle città; una tavola rotonda con uno spazio di approfondimento per gli adulti in cui interrogarsi e “socializzare” riflessioni sugli stili di vita, partendo da quanto le esperienze di condivisione insegnano. Ma anche l’animazione con momenti di gioco, laboratori creativi, iniziative artistiche e culturali, con una particolare attenzione nel coinvolgimento di bambini e ragazzi. E la convivialità: un pranzo, una merenda, un aperitivo quale occasione di condivisione del cibo e delle relazioni.