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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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L’entusiasmo dei “Papa-boys”GIOVANE TRA I GIOVANI

18 Aprile 2005

di Silvano Stracca

Piazza San Pietro, domenica 22 ottobre 1978. Quando termina la messa solenne per l’inizio del pontificato di Karol Wojtyla, sono ancora nell’aria le sue parole: «Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura!». Giovanni Paolo II si affaccia alla finestra del suo studio e rivolge un saluto particolare ai giovani: «Voi siete l’avvenire del mondo, la speranza della Chiesa. Voi siete la mia speranza».

Il nuovo Papa «vuole bene a tutti – spiega durante una delle prime udienze generali -, ma ha una preferenza per i più giovani, perché essi avevano un posto preferenziale nel cuore di Cristo, il quale desiderava rimanere con i fanciulli e intrattenersi coi giovani; ai giovani rivolgeva particolarmente la sua chiamata; e di Giovanni, l’apostolo più giovane, aveva fatto il suo prediletto».

Inizia così un dialogo che il Papa presto continuerà per le strade del mondo. Da Città del Messico a Varsavia, da Dublino a New York, da Parigi a Kinshasa, da Rio de Janeiro a Tokyo… Dovunque, insomma, lo conducano i suoi primi viaggi. «Amo i giovani – confida in più d’una occasione – perché sono come la primavera che sorge sul mondo e su ciascun Paese in particolare».

L’Anno Santo della Redenzione vede arrivare a Roma, nel 1984, un numero inatteso di giovani da tutta l’Europa. L’afflusso straordinario per incontrare il Papa si rinnova nel 1985 per l’Anno internazionale della Gioventù indetto dall’Onu. «Ai giovani e alle giovani del mondo», nel marzo di quell’anno, Giovanni Paolo II scrive per la prima volta una lettera apostolica, Dilecti amici.