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Vaticano

Le virtù eroiche di madre Fernanda Riva

Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto relativo alla Canossiana monzese

28 Giugno 2012

Questa mattina Benedetto XVI, ricevendo in udienza privata il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la Congregazione a promulgare alcuni decreti. Tra questi, quello riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio Fernanda Riva, Suora delle Figlie della Carità (Canossiane), nata a Monza il 17 aprile 1920 e morta a Bombay (India) il 22 gennaio 1956.

Nata nella parrocchia di San Biagio, tre fratelli – tra i quali Giuseppe, poi missionario pavoniano in Brasile -, a pochi mesi Fernanda rimase orfana di padre e dopo poco più di un anno perse anche la sorella Emilia. Crebbe sensibile e dolce, sostenuta dalla fede e da due convinzioni: ogni piccolo atto o evento della giornata e ogni incontro entrano nella volontà di Dio e sono permessi da lui; Dio è nostro Padre ed è sempre presente accanto a noi, in noi e nel mondo.

A causa della povertà della sua famiglia dovette interrompere gli studi ginnasiali per andare a lavorare come commessa in una merceria. Frequentava l’Oratorio femminile di via San Martino, retto dalle Canossiane, nel quale le giornate erano scandite dalla preghiera, dalle confessioni e dai ritiri mensili a Vimercate. Avvertì la chiamata del Signore il 5 maggio 1938, mentre nel Duomo di Monza alcuni missionari e missionarie ricevevano il crocefisso con cui venivano ufficialmente inviati a portare il Vangelo in terre lontane. Fernanda rimase colpita da quella celebrazione e confessò il suo proposito alla madre, che diede il suo consenso. Il 19 marzo 1939 Fernanda entrò in Noviziato e dopo soli sette mesi partì da Venezia per l’India, dove completò la sua formazione religiosa e il 24 dicembre 1941 emise i voti. Ripresi gli studi, conseguì due lauree in Lettere e Scienze dell’Educazione e si dedicò all’insegnamento nelle scuole delle Canossiane a Mahim, alla periferia di Bombay, e ad Alleppey, dove le fu affidata la direzione del polo universitario.

A soli 35 anni fu colpita da un tumore. Ripensando alla sua vita così inaspettatamente e rapidamente giunta al suo termine, volle riassumerla in un binomio: «Ho ricevuto affetto e carità». Nelle ultime ore giunse a trovarla l’arcivescovo di Bombay, cardinale Gracias, che nutriva grande stima per lei. Madre Fernanda lo udì parlare con le sue consorelle e sussurrò: «Tutto è fatto. Sono pronta ad andare». Il Processo canonico è iniziato a Bombay nel 1994 ed è stato completato da quello tenutosi a Milano nel 1998.

Tra gli altri Decreti di cui il Papa ha autorizzato la promulgazione c’è quello relativo al martirio del Servo di Dio padre Giuseppe Puglisi, il sacerdote palermitano ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 (giorno del suo 56° compleanno) per il suo impegno pastorale e sociale a favore dei giovani e dei giovanissimi del quartiere di Brancaccio, controllato dalla criminalità organizzata attraverso il clan Graviano, legato al boss Leoluca Bagarella.