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24 ottobre

«Le Matite» creano comunità al quartiere Terrazze

L’Arcivescovo benedice la chiesa di Santa Teresa di Calcutta alle Terrazze, nell’omonimo quartiere di Milano, dove dal 2008 opera l’associazione assistenziale-ricreativa

di Emilia FLOCCHINI

19 Ottobre 2021

L’attesa dei fedeli del quartiere Terrazze a Milano, nel Decanato Navigli, è ormai terminata: la nuova chiesa intitolata a Santa Teresa di Calcutta, la cui prima pietra è stata posata il 7 giugno 2009, verrà benedetta dall’Arcivescovo domenica 24 ottobre, alla Messa delle 10.30. Non è una consacrazione, in quanto l’attuale altare non è ancora quello definitivo.

I lavori sono terminati lo scorso anno: nell’autunno 2020 è stata consegnata la casa parrocchiale, seguita, nel marzo 2021, dalla chiesa. La comunità cristiana, però, era già viva e attiva, anche grazie a un’associazione i cui membri, come la Santa titolare del nuovo edificio sacro, si pongono con totale disponibilità nelle mani di Dio.

Si tratta dell’associazione «Le Matite», nata nel 2008 tra le famiglie della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo ai Tre Ronchetti, di cui la nuova chiesa è sussidiaria. «I nostri intenti sono divisi a metà tra l’assistenziale e il ricreativo – spiega il presidente Alberto Bravi -. Dal punto di vista assistenziale siamo coinvolti con i tavoli di coordinamento del Comune, con la Caritas e con il programma QuBì di Fondazione Cariplo, attivo nel quartiere di Gratosoglio». Per quanto riguarda invece l’altro campo, «le iniziative vengono fuori di volta in volta, senza un filone preciso. In precedenza, non avendo le strutture adatte, operavamo così; da adesso sarà diverso, perché avremo spazi nel nuovo oratorio-casa parrocchiale», edificato insieme alla chiesa.

Alberto Bravi, presidente de Le Matite

Anche per Bravi la costruzione della nuova struttura, che è andata gradualmente a sostituire i due fondi di negozio del Punto d’incontro religioso, che fungeva sia da cappella, sia da oratorio, era una necessità non più prorogabile. «Nel 2020, parte dei fondi inizialmente previsti dalla Curia sono stati spostati all’emergenza Covid – spiega – e questo ha causato un ulteriore ritardo nel completamento della chiesa. L’iniziativa della festa parrocchiale, con la lotteria e le cene, è nata anche per ottenerne di nuovi», come indicato nel programma. «Soprattutto lo spirito di questa festa è raccogliere attorno all’edificio-chiesa gli abitanti del quartiere».

Non diversamente la pensa don Paolo Steffano: arrivato in quartiere il 14 settembre, abiterà stabilmente nella casa parrocchiale a partire dal 24 ottobre: «Il nostro sentirci Chiesa è un cammino nato insieme al quartiere tanti anni fa. Oggi finalmente abbiamo anche un luogo», dichiara nel volantino dedicato a chi volesse ricevere informazioni sulle attività del Centro pastorale e culturale della comunità.