«L’Anno della Fede è occasione per rinnovare la grazia del sacramento dell’ordine e della propria consacrazione… Proprio a coloro che devono prendersi cura della fede degli altri raccomando momenti di condivisione e di riflessione sulla cura della propria fede». Accogliendo queste indicazioni dell’Arcivescovo contenute nella lettera pastorale Alla scoperta del Dio vicino, i presbiteri, i religiosi, i diaconi in questi mesi si incontreranno con lui per riflettere insieme sul tema “La fede dei ministri ordinati e le sue tentazioni”.
Il primo appuntamento è mercoledì 7 novembre, dalle 9.30 alle 12.30, presso l’Aula Magna del Collegio San Carlo (corso Magenta 71, Milano) per la città di Milano (Zona pastorale I).
Gli altri incontri del cardinale Scola con il clero sono in programma venerdì 23 novembre al Seminario di Venegono per la Zona pastorale II (Varese), venerdì 30 novembre a Eupilio presso i Padri Barnabiti per la Zona III (Lecco), giovedì 13 dicembre dai Padri Oblati di Rho per la Zona IV (Rho), martedì 18 dicembre al Seminario di Seveso per la Zona V (Monza), martedì 15 gennaio a San Donato Milanese per la Zona VI (Melegnano), venerdì 8 febbraio a Cologno Monzese presso il Teatro San Marco per la Zona VII (Sesto San Giovanni).
Sarà un’occasione particolare. In questi momenti tutti potranno raccontare la loro fede, esperienza molto personale, vissuta però nell’oggettività del ministero al servizio alla Chiesa locale. Trarranno beneficio dall’ascolto della parola del Cardinale e riscopriranno la bellezza dell’appartenenza all’unico presbiterio. L’incontro con l’Arcivescovo si apre con la recita dell’Ora Media e una breve introduzione del Vicario episcopale di Zona. Poi prendono la parola, inizialmente, un giovane prete, un decano, un sacerdote ammalato e il Cardinale dialoga con loro. Seguono gli interventi liberi.
«Si tratta di un ascolto reciproco che si sperimenta dentro un orizzonte e un’esperienza di comunione – sottolinea monsignor Luigi Stucchi, vicario episcopale per la Formazione permanente del clero -. La presenza dell’Arcivescovo, la cui responsabilità e il cui servizio si caratterizzano come ascolto e parola, conferendo la certezza di poter assaporare insieme la bellezza della comunione, aiuterà a focalizzare meglio le problematiche in ordine al discernimento ecclesiale, a fortificare la fede oltre ogni tipo di tentazione e prova, a confermare nella verità le autentiche motivazioni delle decisioni che hanno con sé, dentro di noi, lo spessore forte degno di una stagione di riforma per cui tutti offrire la propria disponibilità. Insieme è più bello, perché più vero e quindi perfino più facile quanto tocca il nostro ministero».
«In questi anni – precisa monsignor Stucchi – è stato chiesto molto ai ministri ordinati della nostra Diocesi dentro i cambiamenti profondi che ci toccano da vicino insieme a tutte le nostre comunità: tutto questo mette in gioco non solo la nostra generosità, ma addirittura la nostra stessa fede, perché dalla fede scaturisce la luce che permette di riconoscere e assimilare i criteri autentici per interpretare i cambiamenti e per sostenere e motivare le decisioni che determinano e costituiscono il cambiamento stesso. Siamo dentro un laboratorio spirituale, ecclesiale, pastorale che comporta un alto costo umano per quanti vi partecipano da protagonisti con specifiche responsabilità di annuncio, testimonianza, servizio. È per questo che viene messa in gioco la fede e che la fede, anche dei ministri ordinati, può assumere il rischio della prova e la delicatezza della tentazione. Al tempo stesso – conclude monsignor Stucchi – la fede si alimenta e approfondisce nell’ascolto della Parola del Signore, ma anche della parola che viene dal cuore umano e dal vissuto di ciascuno, alimentando l’esigenza di una comunicazione fraterna e di un ascolto sincero dentro tutto il presbiterio».