Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/larcivescovo-in-preghiera-nei-cimiteri-milanesi-314049.html
Sirio 09 - 15 dicembre 2024
Share

Coronavirus

L’Arcivescovo in preghiera nei cimiteri milanesi

Aderendo alla proposta della presidenza della Cei, mons. Delpini si è recato al Cimitero Maggiore, Lambrate e Greco sostando brevemente in preghiera e tracciando un segno di benedizione per tutti i defunti a causa del virus. Pubblichiamo le foto

27 Marzo 2020
L'Arcivescovo a Musocco durante una preghiera per le vittime del Covid

L’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, si è recato in tarda mattinata di venerdì 27 marzo ai cimiteri milanesi Maggiore, Lambrate e Greco, sostando brevemente in preghiera e tracciando un segno di benedizione per tutti i defunti a causa del coronavirus (pubblichiamo le foto).

Accolto al Cimitero Maggiore dai padri Cappuccini, è stato poi accompagnato dall’assessore ai Servizi civici del Comune di Milano, Roberta Cocco, nel piazzale interno dove si è raccolto per una preghiera di suffragio. La mattinata è continuata presso il cimitero di Lambrate, con la benedizione dei feretri in attesa di cremazione, per concludersi presso il piccolo cimitero di Greco.

Accanto alla preghiera per i defunti è stata l’occasione per rivolgere il pensiero a tutte le famiglie toccate dalla sofferenza e per incoraggiare l’opera dei dipendenti comunali dei servizi cimiteriali, in prima linea quanto gli operatori sanitari, impegnati ormai a tempo pieno nell’opera di accoglienza delle vittime del contagio e di assistenza ai loro familiari.

Ecco la preghiera dell’Arcivescovo

O Dio,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che nella tua grande misericordia
ci hai rigenerati mediante la risurrezione di Gesù dai morti
a una speranza viva, ascolta la preghiera che rivolgiamo a te
per tutti i nostri cari che hanno lasciato questo mondo:
apri le braccia della tua misericordia a quanti sono spirati per l’epidemia, lontano dal conforto dei sacramenti e dall’affetto dei loro cari, e ricevili nell’assemblea gloriosa della santa Gerusalemme.

Consola quanti patiscono il dolore di questo distacco o vivono l’angoscia perché non hanno potuto stare vicini ai familiari per un ultimo saluto.

Conforta tutti con la certezza che i morti vivono in te e saranno un giorno partecipi
della vittoria pasquale del tuo Figlio.

Tu che sul cammino della Chiesa
hai posto quale segno luminoso la beata Vergine Maria,
per sua intercessione sostieni la nostra fede, benedici particolarmente coloro che, a rischio della vita, si mettono al servizio dei malati, perché nessun ostacolo ci faccia deviare
dalla strada che porta a te, che sei la gioia senza fine.
Per Cristo nostro Signore.

La presidenza Cei

L’indicazione nasce dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana ai vescovi di recarsi da soli in un cimitero della propria Diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione. L’intenzione è quella di «affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia, nonché di esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore», come si legge in un comunicato della presidenza.

La Cei considera questa iniziativa di preghiera per le persone morte con il coronavirus un «Venerdì della Misericordia» della Chiesa italiana, «un venerdì di Quaresima, nel quale lo sguardo al Crocifisso invoca la speranza consolante della Risurrezione».

«Per il rispetto delle misure sanitarie, tanti di questi defunti sono morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti». Di qui, l’iniziativa di preghiera nei cimiteri da parte dei vescovi, che ricordano come «le comunità cristiane, pur impossibilitate alla vicinanza fisica, non fanno mancare la loro prossimità di preghiera e di carità».

Tutti i giorni, infatti, i sacerdoti celebrano la Messa per «l’intero popolo di Dio, vivi e defunti». «L’attesa – conclude il comunicato Cei – è per la fine dell’emergenza, quando si potrà tornare a celebrare l’Eucaristia insieme, in suffragio di questi fratelli».