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Svizzera

L’Arcivescovo al Simposio
in ricordo di Von Balthasar

Ad Einsiedeln, in occasione del 25° anniversario della scomparsa del grande teologo, tra i precursori del Concilio Vaticano II. Pubblichiamo uno stralcio dell'intervento del cardinale Scola

13 Settembre 2013

Venerdì 13 settembre, ad Einsiedeln (Svizzera), l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, interviene a un Simposio internazionale organizzato su Hans Urs von Balthasar a 25 anni dalla morte.

Sacerdote, insegnante e teologo, Von Balthasar (1905-1988) è considerato uno dei precursori del Concilio Vaticano II, al quale non fu tuttavia invitato: per le sue posizioni teologiche la Congregazione per l’Educazione Cattolica gli vietò a lungo l’insegnamento negli istituti e nelle università cattoliche. Produsse una vasta opera teologica – influenzata dai contatti con i gesuiti, filosofi e teologi, come Erich Przywara, Jean Daniélou e Henri de Lubac -, considerata tra le più influenti del XX secolo e che poi trovò molti interpreti nella ricerca teologica contemporanea. Contribuì a un rinnovato interesse per la patristica ed è ritenuto tra i maggiori teologi cattolici del Novecento, assieme a Rahner, de Lubac e Guardini. Col tempo anche la Chiesa ufficiale lo riabilitò: per i suoi meriti Giovanni Paolo II annunciò la sua nomina a cardinale, ma Von Balthasar morì due giorni prima di ricevere la berretta.

Il rapporto di amicizia e collaborazione tra Von Balthasar e Scola risale alla fine degli anni Sessanta, quando quest’ultimo si trovava a Friburgo per completare gli studi di teologia e si inserì nella comunità studentesca guidata da don Eugenio Corecco, giovane professore di diritto canonico, poi Vescovo di Lugano. Scola entrò così in relazione, oltre che con Von Balthasar, con de Lubac e Joseph Ratzinger, nel gruppo che avrebbe portato alla fondazione della rivista Communio.

Ad Einsiedeln, nel Canton Svitto, ha sede un complesso abbaziale che durante il Medioevo fu abbazia imperiale e una importante stazione lungo il Cammino di Santiago. Dal XIV secolo divenne meta di pellegrinaggi per il simulacro della Madonna Nera custodito in una cappella (anche se la statua attuale, tardogotica, ha sostituito una precedente statua romanica). Per questo è oggi il più importante santuario mariano in Svizzera.