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Progetto

«Guardian Angels», una casa-famiglia a Gerusalemme

Nata per iniziativa di un'Orsolina, è gestita dal Vicariato per i migranti e i richiedenti asilo del Patriarcato latino. Vi prestano servizio due coniugi italiani “fidei donum” e ospita 9 minori tra i 10 e i 17 anni, di origine filippina ed etiope

di Lorenzo Garbarino

4 Marzo 2023
Da sinistra, padre Nicodemus, il patriarca Pizzaballa, i Giardini con il loro figlioletto, padre Masolo (tra i due coniugi) e don Maurizio Zago, responsabile dell'Ufficio missionario diocesano

«Non è una casa-famiglia come in Italia. Siamo felici di essere qui. Stiamo capendo come relazionarci con tutti. È difficile gestire gli umori dei ragazzi che cambiano settimana dopo settimana. I Cappuccini ci aiutano, per esempio fra Paolo con la patente. C’è una comunità italiana qui vicino». A raccontare le sue giornate è Arianna (fidei donum a Gerusalemme con il marito Giacomo Giardini e il figlio Agostino), attiva nel Progetto Guardian Angels, un programma di casa-famiglia.

L’iniziativa è nata soprattutto per mano di suor Claudia Lainati, attualmente rettore della scuola delle Orsoline di San Carlo, in via Lanzone a Milano, che negli anni scorsi ha prestato servizio a Gerusalemme.

La casa-famiglia è gestita dal Vicariato per i migranti e i richiedenti asilo del Patriarcato latino di Gerusalemme. Attualmente ospita 9 minori (tre femmine e sei maschi) di età compresa tra i 10 e i 17 anni, di origine filippina ed etiope. Tra loro ci sono anche alcuni fratelli, giunti nella struttura per motivi come la povertà o le malattie improvvise dei genitori.

Tutto è cominciato nel novembre 2022, come racconta padre Piero Masolo, missionario del Pime e collaboratore dell’Ufficio missionario diocesano, da poco rientrato da un viaggio a Gerusalemme con don Maurizio Zago, responsabile dell’Ufficio: «L’anno scorso suor Claudia è venuta in Ufficio a chiederci se ci fosse una coppia disposta a fare da punto di riferimento alla casa-famiglia. Spesso questi ragazzi sono minorenni di seconda generazione, nati in Israele da genitori filippini, eritrei o etiopi che però non hanno documenti».

«Arianna e Giacomo adesso vivono lì, insieme ad Agostino, il loro bimbo di un anno e mezzo – continua a raccontare padre Masolo -. La loro presenza permette ai ragazzi di essere molto più sereni. Da quando è tornata in Italia suor Claudia, era mancata questa stabilità. Già in questi primi quattro mesi di permanenza, i minori sono molto più calmi e sereni. Si potrebbe dire che hanno proprio beneficiato di questa presenza»

La Guardian Angels dove oggi abitano Arianna e Giacomo è nata nel 2017, ma già prima padre David Newhouse, vicario per i cattolici di lingua ebraica, aveva accolto i primi tre fratelli, figli di immigrati nati tutti in Israele, che rischiavano di essere sottratti alla madre e assegnati ai servizi sociali.