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Milano

«La Verità ci cerca, dice Agostino,
e proprio questo ci rende liberi!»

«Il dialogo tra fede e ragione è decisivo per l’edificazione di una democrazia sostanziale»: l’ha detto l’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, alla presentazione del suo nuovo libro “Non dimentichiamoci di Dio. Libertà di fedi, di culture e politica”. Un incontro vivacizzato dalle firme più prestigiose del giornalismo italiano

di Loris CANTARELLI

16 Aprile 2013

«Vi faccio una piccola confidenza: dopo Natale ho cominciato ad avere una percezione dolorosa della situazione dell’Europa, anche delle Chiese europee, come di una grande stanchezza, di una incapacità a reggere al compito che tocca all’Europa. Io non sono di quelli che credono che basti la grande giovinezza della Chiesa latinoamericana o delle Chiese africane: è necessaria, ma non basta. C’è una complessità della realtà, che l’Europa si porta sulle spalle da tanti secoli. Poi sono arrivati questi fatti per me veramente provvidenziali: la rinuncia di Benedetto XVI, con lo Spirito che ha come “aggirato” la situazione, senza prenderla frontalmente. Con l’elezione di Papa Francesco, dopo la straordinaria e intelligentissima umiltà di Papa Benedetto, lo Spirito ha immesso questo grande fattore di speranza e di novità, mettendo ora sulla cima la figura del nuovo Pontefice come un’attuazione di ciò che lo stesso Benedetto aveva chiamato la “necessità di una speranza affidabile”».

Parole dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, alla presentazione del suo nuovo libro Non dimentichiamoci di Dio. Libertà di fedi, di culture e politica (Rizzoli, 128 pagine, 15 euro), avvenuta in un Auditorium di Milano gremito per il dibattito tra Francesco D’Agostino (giurista ed editorialista di Avvenire), Ferruccio de Bortoli (direttore del Corriere della sera), Giuliano Ferrara (direttore de Il Foglio) ed Ezio Mauro (direttore de la Repubblica), moderati da Massimo Bernardini. L’intervento del Cardinale ha concluso l’incontro, organizzato dall’Arcidiocesi in collaborazione con Fondazione Cariplo, Centro San Fedele e Centro Culturale di Milano.

L’occasione di riflessione sull’articolato tema della libertà religiosa – che Scola ha introdotto in occasione del Discorso alla Città per la Festa di Sant’Ambrogio 2012 – si è allargato con i contributi dei relatori. Ognuno di loro ha segnalato i passi del volume che più l’avevano colpito, aggiungendo notazioni personali o accenni agli avvenimenti nazionali. Lo stesso Arcivescovo ha precisato tra gli applausi che «non esiste in Europa una società civile vitale come quella italiana, ed è doloroso che le istituzioni non riescano a interpretarla operativamente sul piano legislativo e di governo molto più efficacemente di quelle attuali».

Nell’introdurre la serata, Bernardini ha citato il Bob Dylan più religioso – nel brano Gotta serve somebody (1979) – per l’affinità di pensiero sull’irrangiungibile espulsione di una domanda di senso nella propria vita («che lo dica o meno, uno ha bisogno di senso», chioserà nel finale il Cardinale).

D’Agostino ha notato la consapevolezza della storia occidentale sottesa al titolo dell’opera, tutt’altro che devozionale, ma anzi imperativo sulla necessità della memoria (centrale nella tradizione ebraico-cristiana e poi soggetta alla «dimenticanza coercitiva» attuata dalle istituzioni civili fin dai tempi della prima amnistia dopo i trenta tiranni di Atene nel V secolo a.C.).

De Bortoli ha rammentato come la libertà religiosa sia l’elemento più fragile, invasivo e anche temibile nello Stato moderno e democratico, ricordando la necessità di valorizzare la cultura dell’ascolto (punto molto apprezzato da Scola nella replica finale, quando ha auspicato che sia «un ascolto di fecondazione») e la «qualità del dibattito» tra Giorgio La Pira e Concetto Marchesi nella Costituente citata da Giorgio Napolitano nel Cortile dei Gentili con il cardinale Gianfranco Ravasi ad Assisi lo scorso ottobre.

Nell’«opuscolo a sfondo teologico sottilmente pastorale», Ferrara ha evidenziato i passi in cui si rileva come nei Paesi avanzati a democrazia liberale il conflitto non è più tanto fra sostenitori delle diverse fedi, ma tra lo Stato che vuole secolarizzare integralmente la società e i portatori di una fede rivelata. Nel suo intervento Scola ha poi ribadito come preferisca parlare di «dialogicità, che può certo arrivare anche a una dialettica, ma non userei la parola conflitto…».

Mauro, infine, ha chiosato come l’Editto di Milano – con cui Costantino nel 313 d.C. sancì la libertà religiosa e la nascita dello Stato laico – sia un’anticipazione della modernità, apprezzando la citazione di Giovanni Paolo II («la dimensione socio-politica non può essere l’orizzonte esclusivo della persona umana»).

L’Arcivescovo ha ringraziato Ferrara per le sue posizioni sull’aborto («mi sono sentito in colpa per quello che non siamo riusciti a dire noi…») e ironizzato sul presunto calo della fede («quelli che predicano che le chiese si svuotano, normalmente son quelli che non vanno in chiesa; non c’è la frequenza di 40 anni fa, però bisogna interrogarsi anche sulla qualità, non solo sulla quantità…») e infine non ha rinunciato a una punta di polemica: «Se non è capita bene la frase che “la vita è sacra”, diremo con evidenza palmare e di senso comune che “l’autogenerazione non sarà mai possibile”: se tra duecento anni ci sarà un clone, sarà sempre generato da un altro…».

Il dibattito mercoledì su Radio Marconi
e venerdì
su Telenova News

La registrazione integrale del dibattito all'Auditorium di Milano, durante il quale è stato presentato il libro del cardinale Scola, andrà in onda mercoledì 17 aprile, alle 20, su Radio Marconi, e venerdì 19 aprile, alle 21, su Telenova News (canale 664 del digitale terrestre).