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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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21 giugno

La Vallassina si rialza
puntando sui giovani

L’Arcivescovo visita Asso, una comunità disorientata dalla crisi che attende parole di speranza e fiducia. La Chiesa locale attenta ai bisogni della popolazione, alla pastorale giovanile e alle missioni

di Enrico VIGANÒ

15 Giugno 2014
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Asso, «capoluogo» della Vallassina, attende con speranza e fiducia la visita dell’Arcivescovo. Sabato 21 giugno, alle 17.30, il cardinale Angelo Scola celebrerà la Messa nella chiesa prepositurale di San Giovanni Battista, la chiesa tanto cara a «don» Achille Ratti, il futuro Pio XI. Papa Ratti considerava Asso sua «patria adottiva», per aver soggiornato nei periodi estivi, prima da seminarista e poi da giovane prete, nella casa di suo zio, e allora parroco, don Damiano Ratti. Come segno di gratitudine per l’ospitalità, nel 1922 Pio XI concesse ai parroci di Asso in perpetuo il titolo di «Monsignore» e di Prelato di Sua Santità.

Dopo la Messa il cardinale Scola incontrerà i parroci del Decanato di Asso, composto da 15 parrocchie per un totale di 15 mila fedeli. Se si escludono Asso (3.700 abitanti) e Canzo (oltre 5.000), le rimanenti parrocchie sono generalmente di poche centinaia di fedeli. I tre paesi dei «Monti di sera», Sormano, Caglio e Rezzago (assieme non raggiungono i 1500 abitanti), dal 2007 formano la Comunità pastorale «Madonna di Campoè». Inoltre, da tre anni Lasnigo, che era in unità pastorale con Asso, è stata scorporata e assegnata al ministero dei parroci di Barni, Magreglio e Civenna, tutti e tre ultrasettantenni. Gli oratori di tutto il Decanato sono affidati a un solo sacerdote, don Giovanni Colombo, il quale è riuscito in poco tempo e non senza difficoltà e sacrifici, a rivitalizzare il cammino spirituale dei giovani della valle con una pastorale integrata e sinergica.

«Aspettiamo che il nostro Arcivescovo ci porti “una sensibilità spirituale per saper leggere negli avvenimenti il messaggio di Dio”, come leggiamo nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium – – spiega monsignor Massimo Gaio, prevosto di Asso -. Attendiamo che ci dia una chiave di lettura, un aiuto per il discernimento. E questo sarà possibile se entrambi ci metteremo in ascolto: noi di lui e l’Arcivescovo del popolo di Dio».

Il «popolo di Dio» di Asso ha tanto da offrire e da chiedere al Cardinale. «Vorremmo che il nostro pastore ci confermi nella fede – continua monsignor Gaio -, perché nelle periferie della Diocesi si fatica a sensibilizzare i fedeli sui contenuti della pastorale diocesana. E poi vorremmo indicazioni sul futuro della pastorale nella Vallassina, su come verrà disegnato il volto parrocchiale del Decanato. Molti preti sono anziani, qualcuno ha superato i cinquant’anni di parrocchia. Ma soprattutto ci aspettiamo parole di conforto e di sostegno, perché la vita sociale ed economica nel Decanato, dopo solo cinque anni dalla visita del cardinale Dionigi Tettamanzi, è peggiorata. La chiusura dell’azienda tessile Oltolina, che occupava mille dipendenti, ha prostrato tutta la valle. Alcuni sono riusciti a trovare un lavoro a decine e decine di chilometri di distanza, a Milano o a Como, ma questi spostamenti coatti hanno trasformato Asso, Canzo e Valbrona in paesi dormitorio. Senza contare che alcune famiglie sono rimaste senza neppure uno stipendio. Anche il turismo, soprattutto in Asso, è venuto a mancare, costringendo alla chiusura 70 negozi solo in paese. E poi c’è il problema dell’integrazione degli extracomunitari: in Asso sono presenti 350 immigrati, che provengono da 38 nazionalità».

Un quadro certamente non facile, ma che non ha scoraggiato e non scoraggia monsignor Gaio. Ogni mese la Caritas elargisce sussidi a 45 famiglie, paga le bollette ai nuclei in difficoltà e distribuisce ai più bisognosi ticket per acquisti alimentari nei supermercati. E nonostante la crisi, il cuore dei fedeli si è aperto anche alle missioni: «La carità dei miei parrocchiani mi ha commosso – ammette monsignor Gaio -. Lo scorso anno, a ricordo del mio 25° anniversario di ordinazione sacerdotale, ho chiesto di poter realizzare una chiesa a Tanghin, in Burkina Faso. In poco tempo sono stati raccolti i soldi necessari e nel gennaio scorso mi sono recato a Tanghin per l’inaugurazione, incontrando anche il cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou».

In preparazione alla visita pastorale di sabato prossimo, è in corso una Novena di preghiera, per chiedere al Signore di «risvegliare in ciascuno il senso di appartenenza alla comunità, la nostra dignità di cristiani e l’impegno di membra vive, operose e sante».