Oggi il carisma di S. Chiara, profondamente radicato nella sua originale esperienza, invita le sue monache Clarisse ad offrire al mondo alcuni segni, umili e nascosti, e tuttavia eloquenti, per poter rispondere alle attese dell’uomo contemporaneo e a quanto la Chiesa chiede alla loro Forma di Vita.
di Suor Emanuela Roberta
Come Chiara pone al centro della sua vita la relazione con il Signore, povero e crocifisso, così, oggi, noi desideriamo essere segno della presenza di Dio nel mondo e nella storia, una presenza silenziosa ma reale, che ancora si china sulle sofferenze e sulle domande profonde di ciascuno, per colmare la sete che contraddistingue ogni uomo.
Lo stupore e la gratitudine di Chiara verso il creatore per il dono assolutamente gratuito dell’amore e della vita, ci spinge ad aprirci per imparare ad accogliere e restituire ogni dono, affermando nella nostra quotidianità il primato dell’essere su quello del fare e dell’apparire, in un mondo spesso abituato a classificare persone e cose soltanto in termini di utilità e di valore.
Attraverso la scelta della minorità espressa nei voti di povertà, castità e obbedienza, Chiara seppe porsi al fianco dell’umanità del suo tempo; anche oggi ci è possibile condividere, attraverso queste modalità, le tante povertà che ancora affliggono i nostri fratelli: la povertà dei beni materiali, ma anche l’emarginazione, la mancanza di rispetto dei diritti umani, le innumerevoli ferite… Nella preghiera silenziosa ci è chiesto di raccogliere il grido di questo popolo degli ultimi perché possa essere espresso davanti al Signore.
Come Chiara condivise in una fraternità il suo carisma, così, oggi, nuovamente, siamo chiamate ad essere segno di una comunione possibile, nelle diversità e nelle difficoltà, in forza dell’amore donatoci dal Padre, che attraversa e trasforma la vita, capace di armonizzare e portare a compimento ogni ricchezza.
Infine, Chiara ci ha consegnato la testimonianza di una vita pervasa di gioia e di speranza, che il mondo di oggi attende di ritrovare sui nostri volti e nei nostri sguardi, perché ogni uomo possa cogliere, nella sua esistenza, l’anticipazione e la promessa di quella vita piena che è desiderio ineliminabile e assoluto del cuore umano.