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Copacabana

La «rivoluzione copernicana»
di Papa Francesco

Un milione di giovani hanno accolto il Santo Padre nel primo incontro della Gmg sulla spiaggia di Rio de Janeiro: «Mettete Cristo al centro della vostra vita»

26 Luglio 2013
Pope Francis applauds on the stage at Rio de Janeiro's iconic Copacabana beachfront on July 25, 2013 during the welcoming ceremony offered to him by the youth for the World Youth Day ceremonies. On the fourth day of his visit to Brazil and borne along by adoring crowds, Pope Francis waded into the country's ramshackle slums and onto the front line of its fierce national battle over poverty and corruption, before going to the much wealthier district of Copacabana for his welcome by the youth. AFP PHOTO / GABRIEL BOUYS

Una «rivoluzione copernicana»: Cristo, posto al centro della vita di un giovane, ne trasforma la fede e l’esistenza, assegnando loro un senso pieno e gioia profonda. Lo ha affermato Papa Francesco nella sua omelia tenuta a Copacabana nel corso della festa di accoglienza dei partecipanti alla Gmg di Rio de Janeiro. Prendendo spunto dal Vangelo di Luca (trasfigurazione), e citando poi la recente enciclica Lumen Fidei, il Pontefice ha detto: «È bello essere qui riuniti insieme, attorno a Gesù. È Lui che ci accoglie e si rende presente in mezzo a noi, qui a Rio».

Ma se da una parte «è Gesù che ci accoglie, dall’altra anche noi dobbiamo accoglierlo, metterci in ascolto della sua parola perché è proprio accogliendo Gesù Cristo, Parola incarnata, che lo Spirito Santo ci trasforma, illumina il cammino del futuro, e fa crescere in noi le ali della speranza per camminare con gioia».

Bergoglio ha poi ricordato che durante il tragitto della croce della Gmg si usava gridare «Bota fé» (metti fede). «Mettere – ha specificato il Santo Padre -, cioè collocare, versare. Così è anche nella nostra vita: se vogliamo che essa abbia veramente senso e pienezza», «dico a ciascuno e a ciascuna di voi: “metti fede” e la tua vita avrà un sapore nuovo, avrà una bussola che indica la direzione;”metti speranza” e ogni tuo giorno sarà illuminato e il tuo orizzonte non sarà più oscuro, ma luminoso; “metti amore” e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia».

«Ma chi può donarci tutto questo? – si è domandato il Papa -. Nel Vangelo abbiamo sentito la risposta: Cristo», colui «che ci porta Dio e che ci porta a Dio, con Lui tutta la nostra vita si trasforma, si rinnova e noi possiamo guardare la realtà con occhi nuovi, dal punto di vista di Gesù, con i suoi stessi occhi». Per questo «oggi vi dico con forza: “metti Cristo” nella tua vita e troverai un amico di cui fidarti sempre; “metti Cristo” e vedrai crescere le ali della speranza per percorrere con gioia la via del futuro; “metti Cristo” e la tua vita sarà piena del suo amore, sarà una vita feconda». Il Pontefice argentino ha quindi invitato i giovani presenti a Copacabana a domandarsi «in chi riponiamo la nostra fiducia? In noi stessi, nelle cose, o in Gesù? Noi siamo tentati di metterci al centro, di credere che siamo solo noi a costruire la nostra vita o che essa sia resa felice dal possedere, dai soldi, dal potere. Ma non è così!». L’avere, il denaro, offrono solo l’illusione della felicità, ma «sono essi che ci possiedono e ci spingono ad avere sempre di più, a non essere mai sazi». Occorre dunque riporre in Gesù la propria fiducia per non essere mai delusi. «Cari amici, la fede compie nella nostra vita una rivoluzione che potremmo chiamare copernicana, perché ci toglie dal centro e lo ridona a Dio; la fede ci immerge nel suo amore che ci dà sicurezza, forza, speranza. All’apparenza non cambia nulla, ma nel più profondo di noi stessi tutto cambia».

Cristo – ha spiegato Papa Francesco ai giovani – dona pace, dolcezza, coraggio, serenità, «che sono i frutti dello Spirito Santo e la nostra esistenza si trasforma, il nostro modo di pensare e di agire si rinnova, diventa il modo di pensare e di agire di Gesù, di Dio». Nell’Anno della fede, ha subito aggiunto Jorge Mario Bergoglio, questa Gmg «è proprio un dono che ci viene offerto per avvicinarsi ancora di più al Signore, per essere suoi discepoli e suoi missionari, per lasciare che Lui rinnovi la nostra vita». Infine il Papa ha indicato la via per poter mettere il Signore al centro dell’esistenza: «In questi giorni, Lui ti attende nella sua Parola, ascoltalo con attenzione e il tuo cuore sarà riscaldato dalla sua presenza»; «Lui ti accoglie nel Sacramento del perdono, per guarire, con la sua misericordia, le ferite del peccato. Non avere paura di chiedere perdono a Dio. Lui non si stanca mai di perdonarci, come un padre che ci ama». E ancora: «Lui ti aspetta nell’incontro con la sua carne nell’Eucaristia, sacramento della sua presenza, del suo sacrificio di amore, e nell’umanità di tanti giovani che ti arricchiranno con la loro amicizia, ti incoraggeranno con la loro testimonianza di fede, ti insegneranno il linguaggio della carità, della bontà, del servizio». «Anche tu caro giovane, cara giovane, puoi essere un testimone gioioso del suo amore, un testimone coraggioso del suo Vangelo per portare in questo nostro mondo un po’ di luce».