Una felice sincronicità da cui trarre spunti fecondi di memoria e di futuro l’incontro di tre elementi che concorrono alla realizzazione del nuovo volume: la scelta di mettere i giovani con i loro pressanti problemi (lavoro, casa, famiglia, periferie, immigrazione) al centro dell’edizione 2006 del Rapporto; le iniziative per l’anniversario della scomparsa di Giuseppe Lazzati (1909-1986), volte a riproporre l’attualità di un maestro, che è stato punto di riferimento fermo per generazioni, l’uomo che fece della formazione lo scopo della propria vita, modello di cittadino e di cristiano tale da raggiungere quei vertici di santità ora al vaglio della Chiesa nella prospettiva di una beatificazione che tutti si augurano imminente; le celebrazioni del sessantesimo dell’elezione dell’Assemblea Costituente.
di Marco Garzonio
Presidente Fondazione Ambrosianeum
Va vista come una felice sincronicità da cui trarre spunti fecondi di memoria e di futuro l’incontro di tre elementi che concorrono alla realizzazione di questo volume: la scelta di mettere i giovani con i loro pressanti problemi (lavoro, casa, famiglia, periferie, immigrazione) al centro dell’edizione 2006 del Rapporto; le iniziative per l’anniversario della scomparsa di Giuseppe Lazzati (1909-1986), volte a riproporre l’attualità di un maestro, che è stato punto di riferimento fermo per generazioni, l’uomo che fece della formazione lo scopo della propria vita, modello di cittadino e di cristiano tale da raggiungere quei vertici di santità ora al vaglio della Chiesa nella prospettiva di una beatificazione che tutti si augurano imminente; le celebrazioni del sessantesimo dell’elezione dell’Assemblea Costituente (di cui fece parte lo stesso Lazzati).
Questa, culmine della Resistenza e della Liberazione, radunò persone senz’altro diverse per origini, culture, tradizioni, idealità, appartenenze politiche; origini disparate, che però, grazie al dialogo e al reciproco riconoscimento, non solo non frenarono, ma contribuirono anzi a un lavoro di ricostruzione morale e civile del Paese, che condusse ad individuare valori comuni e condivisi da porre alla base della Carta fondante l’Italia repubblicana.
La concomitanza di fattori rientra a pieno titolo tra i «segni dei tempi», quelle manifestazioni cioè attraverso cui è possibile cogliere il senso di una storia che si dipana per vie proprie, e che, insieme, nel momento del suo farsi quotidiano, ci interpella, ci sollecita e ci sprona ad essere partecipi, soggetti attivi, protagonisti consapevoli.
Prendiamo ad esempio due aspetti caratteristici della spiritualità e della modalità di approccio di Lazzati alla vita, un riferimento che aiuta a comprendere l’interrelazione e la portata creativa che scaturisce dal confronto.
Si tratta di aspetti che, espressi entro il contesto di un’esperienza personale storicamente determinata, assurgono a indicazione emblematica di un modo di concepire la presenza del cristiano nel mondo (ma per molta parte, verrebbe da dire, del cittadino tout court) e quindi motivo di ispirazione d’un comportamento conseguente, portato avanti con coerenza.
Mi riferisco a quell’agire preparato da una paziente opera di documentazione, di conoscenza, di approfondimento dei fenomeni, che nel caso nostro specifico, del Rapporto, viene echeggiato nel verificare, monitorare, cogliere i passaggi delle trasformazioni socio-culturali nella città. Insieme, è un agire animato da un profondo senso di responsabilità verso gli altri, il mondo, Dio. Il che vuole dire cogliere dalle acquisizioni raggiunte e dalla coscienza di quanto ci accade lo sprone a misurare di continuo il corso delle cose con i valori che danno senso all’esistenza, a «ordinare» l’impegno personale secondo fini che esaltano e riassumono le realtà terrene (professione, affetti, cittadinanza), ma che in esse non esauriscono la missione dell’uomo.
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