Venerdì 26 ottobre i credenti di fede islamica celebrano la festa più importante della loro religione, chiamata del “Sacrificio”. Con essa ricordano l’atto di fede di Abramo, pronto a sacrificare il figlio a Dio che sembrava chiederglielo. La sostituzione del figlio con l’ariete, voluta da Dio stesso, porta i musulmani a sacrificare ancora oggi l’ariete, come segno di adesione alla «sottomissione alla volontà di Dio quale modo di vita».
Venerdì anche i musulmani presenti tra noi celebreranno la preghiera al mattino; poi vivranno questa festa mangiando l’ariete (agnello o capretto) nelle famiglie con parenti e amici. In questo stesso giorno si realizza per i musulmani che hanno potuto raggiungere la Mecca (ne sono partiti anche da Milano), il “quinto pilastro” della loro fede: fare il pellegrinaggio al luogo centro della fede per rinfrancarsi in essa, rivivendo le origini e i contenuti della vita islamica, impegnandosi nella lotta contro il male e per esprimere la comunione con tutti i musulmani del mondo.
Anche questa festa sia per noi cristiani occasione di conoscenza, di rispetto e dialogo con questi nostri fratelli.