«L’uomo generato dal dono dello Spirito vive di fede (cfr Rm 1, 17): tutta la sua persona assume i tratti della conformazione all’umanità di Gesù». Così nella lettera pastorale, al n. 6, il nostro Arcivescovo descrive la forza trasfiguratrice della fede cristiana. Nella liturgia della festa di San Giuseppe, la lettera agli Ebrei ci ha ricordato questa regola fondamentale della nostra esperienza: «La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede» (Eb 11,1). E, di seguito, l’elenco dei testimoni: per fede Noè…, per fede Abramo…, per fede… «anche noi circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» (Eb 12, 1-2).
Entriamo dunque nella Settimana Santa sapendo che ci apprestiamo a toccare il cuore e il fondamento della nostra fede, la sorgente della nostra testimonianza. La contemplazione del mistero dell’amore di Dio, riflesso nella croce di suo Figlio è infatti la fonte a cui attingere per rinnovare e ridare vigore al nostro stile cristiano. In più di un intervento al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione è stato richiamato questo nesso tra contemplazione della croce e coraggio/freschezza della nostra testimonianza. È questo dunque l’atteggiamento con cui siamo chiamati a vivere la memoria della Passione e della Resurrezione del Nostro Signore Gesù Cristo in questo Anno della fede.
Nella convinzione che un simile esercizio ci renderà creature nuove non soltanto a livello individuale, ma anche comunitario, ecclesiale. Concentriamoci perciò in questo esercizio di rinnovamento. La lettera del Cardinale ci aiuta a cogliere quali sono i tratti di una comunità che si lascia rinnovare nella sua fede e nella sua testimonianza: si tratta di comunità che animate da un radicamento evangelico capace di parlare al mondo di oggi; che sanno porsi ai crocevia della vita sociale del proprio tempo non avendo paura di prendere la parola in prima persona per testimoniare la propria fede; che sanno vivere momenti di comunione, nella preghiera e nello scambio fraterno; comunità che vantano una naturale predilezione per i poveri e gli esclusi; comunità che si animano di passione per le giovani generazioni e per la loro educazione. Preghiamo durante questa Settimana Santa perché le nostre parrocchie siano sempre più simili a questo ritratto ideale.
da Avvenire,23/03/2013