Sirio 26-29 marzo 2024
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29 settembre

La comunità di Santa Croce
festeggia un secolo di storia

Alle 10.30 il cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo emerito, presiederà la Santa Messa nella parrocchia di via Sidol

di Silvia MOROSI

22 Settembre 2013

«La Chiesa cammina insieme con l’umanità tutta», recita la Gaudium et spes, uno dei principali documenti del Concilio Vaticano II. Un’immagine, quella del cammino, che ben racconta il lungo viaggio che la comunità di Santa Croce ha percorso in questi cento anni, da quando la parrocchia è stata istituita nel quartiere dell’Acquabella, come veniva allora chiamata la zona nella periferia est di Milano, ora popoloso quartiere di Città Studi.

Per celebrare il centenario, molte sono state le iniziative culturali e religiose organizzate durante quest’anno, volte a ritrarre la figura, l’opera e il particolare carisma di questa “ignaziana” figura che brilla nella ricca corona di santi e beati veronesi dell’Ottocento. I festeggiamenti si concluderanno domenica 29 settembre presso la parrocchia di Santa Croce in via Sidoli con la solenne celebrazione delle 10.30, presieduta dall’arcivescovo emerito di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi.

Dalla posa della prima pietra il 28 settembre 1913, nel XVI centenario dell’Editto costantiniano del 313 d.C., ad opera dell’allora Arcivescovo Andrea Ferrari, la parrocchia è stata retta con continuità dai Padri Stimmatini, la cui congregazione fu fondata da san Gaspare Bertoni nel 1816, e si può ben dire che non ha mai smesso di camminare. Ispirandosi all’esempio del suo iniziatore, che amava ripetere: «Che cosa farebbe di noi Dio se non gli ponessimo impedimenti e resistenze!», i padri Stimmatini (dal nome della chiesetta di San Francesco alle Stimmate presso la quale il Bertoni iniziò la sua opera) hanno vissuto intensamente la storia e il tempo, impegnandosi grazie ai sacerdoti e ai laici per il rinnovamento della Chiesa e della società.

Con un occhio sempre rivolto ai propri fratelli oltre confine, nel segno della missionarietà apostolica, per portare ovunque l’evento centrale della salvezza. Una scelta che offre ancora oggi alla Congregazione la possibilità di dare un proprio originale contributo all’opera di evangelizzazione della Chiesa, essendo «monaci in casa e apostoli fuori».