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Caritas

“La Cena sospesa” anche a Capodanno:
il ristorante Kapuziner offre il cenone
a 28 persone in difficoltà

Lanciata durante Expo, in tre mesi nei 24 locali aderenti all’iniziativa raccolte offerte per offrire 1200 pasti. Inoltre, durante le feste per ogni euro lasciato dai clienti un altro euro viene aggiunto dai promotori

18 Dicembre 2015

“La Cena sospesa”, l’iniziativa lanciata da Caritas Ambrosiana, fa del bene anche a Capodanno. Il ristorante Kapuziner (Viale Lazio, Milano) ha deciso di offrire il cenone del 31 dicembre a 28 persone in difficoltà segnalate da Caritas Ambrosiana. Questi bisognosi ceneranno insieme agli altri clienti del locale, senza alcuna distinzione, consentendo loro di vivere così una serata di serenità. 
Inoltre, durante queste feste natalizie “La Cena Sospesa” raddoppia. Per ogni euro lasciato nelle teche “La Cena Sospesa” dai clienti dei ristoranti che hanno aderito all’iniziativa, un altro euro sarà aggiunto dagli enti promotori. Le offerte, raccolte dai volontari di Caritas Ambrosiana e convertite in normali Ticket Restaurant®, consentiranno alle persone in difficoltà di consumare un pasto o acquistare generi alimentari. “La Cena Sospesa Natale 2015” durerà dal 25 dicembre al 3 gennaio. Dopo questo periodo l’iniziativa proseguirà come avvenuto finora.

Lanciata durante Expo Milano 2015, “La Cena Sospesa” (che nel nome rievoca la tradizione partenopea del caffè sospeso) è già diventata una buona abitudine nel capoluogo lombardo. In questi primi tre mesi di attività di Cena sospesa le donazioni hanno consentito di distribuire ai bisognosi 1200 pasti.

«Abbiamo scelto di aiutare in particolare chi è stato colpito dalla crisi, ma sta cercando di rialzarsi – spiega Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana -. I ticket che distribuiamo grazie alle offerte integrano altri aiuti erogati dai nostri servizi e permettono di costruire interventi personalizzati. Un piccolo gesto, semplice e discreto, diventa un grande sostegno a chi si trova momentaneamente in difficoltà».

«Se c’è un periodo che, anche dal punto di vista simbolico, può essere significativo per valorizzare le caratteristiche di responsabilità sociale di un’impresa è, nelle sue diverse modalità, proprio quello del Natale – rileva Lino Stoppani, presidente di Fipe ed Epam -. La prosecuzione, da parte di diversi ristoranti milanesi, dell’esperienza de “La Cena sospesa” è un aiuto, appunto un esercizio di responsabilità: per continuare a favorire quei gesti concreti di generosità capaci di venire incontro al disagio delle tante persone che stanno affrontando un momento di difficoltà».

Quando e come si svolge

Si può partecipare all’operazione benefica, lasciando un’offerta nelle teche con il marchio “La Cena Sospesa” posizionate nei 24 ristoranti della città che hanno aderito all’iniziativa. Le donazioni raccolte da volontari di Caritas Ambrosiana vengono convertiti in Ticket Restaurant® del valore di 10 euro ciascuno che Caritas Ambrosiana stessa distribuisce alle persone in difficoltà. I beneficiari possono spendere i Ticket Restaurant® nei 4mila esercizi presenti a Milano che accettano i titoli Edenred, partner dell’iniziativa: 3.200 tra ristoranti, pizzerie, bar tavole calde e fredde, 800 punti supermercati.

Voluta dalla Diocesi di Milano, con il patrocinio del Comune, l’iniziativa è realizzata da Caritas Ambrosiana grazie alla partnership di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Confcommercio, Epam (Associazione pubblici esercizi Confcommercio Milano), Edenred. Si avvale del contributo tecnico di Banca Sella. Inserita nel programma degli eventi “Expo in città” è proseguita oltre la fine del semestre espositivo dedicato alla nutrizione e al diritto al cibo.

«È un’iniziativa concreta che ti ricorda che mentre tu ceni al ristorante c’è chi fatica a mettere insieme un pasto giornaliero: un gesto di solidarietà, direi “simpatico”, perché ispirato alla condivisione, ma anche discreto perché non mette a disagio nessuno», commenta monsignor Erminio De Scalzi, vicario episcopale per gli Eventi e gli Incarichi speciali.

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di Annamaria BRACCINI