Share

Riflessione

La bellezza dell’educazione
e la serietà della responsabilità

Da 13 anni la cooperativa “Aquila e Priscilla” lavora in tanti oratori della diocesi

di Ottavio PIROVANO Coordinatore della cooperativa Aquila e Priscilla

20 Febbraio 2012

È anzitutto una gioia poter lavorare in campo educativo, non tanto per i possibili risultati, quanto per la possibilità di ampliare la conoscenza di esperienze di vita: se poi si lavora in una comunità cristiana, in oratorio, a contatto con le giovani generazioni, la gioia è anche quella di coloro che seminano un seme davvero speciale. L’esperienza di chi per lavoro è presente negli oratori è ormai consolidata nella nostra Diocesi: da 13 anni la cooperativa Aquila e Priscilla è presente sul territorio della Diocesi in molte realtà oratoriane ed è in costante ricerca di nuove persone che hanno nel cuore il desiderio di incontrare il Signore attraverso la presenza educativa nelle comunità cristiane e, soprattutto nei prossimi anni, sappiano abitare con fantasia, competenza e responsabilità l’oratorio e i luoghi che la nostra Diocesi sta pensando per i giovani. Se vuoi avere qualche informazione in più puoi scrivere a aquilaepriscilla@diocesi.milano.it. Il nostro tempo è infatti alla ricerca di stabilità, di sentieri di incontro tra persone, idee, culture, di relazioni gratuite: educare alla vita buona del Vangelo significa soprattutto offrire spazi di incontro e di condivisione del vissuto e di ricerca comune della strada che conduce alla felicità vera. È entusiasmante avere la possibilità di educare in un tempo come il nostro, perché, in mezzo alle difficoltà e alle indecisioni e incertezze, è data la grande possibilità di incontrare il volto di un’altra persona, una nuova storia, un nuovo modo di guardare la realtà: oggi, dove tutto sembra indecifrabile, la storia di ciascuno può diventare la risorsa su cui fondare la relazione, anche quella educativa. Oggi avere la possibilità di offrire spazi di ascolto è il modo più bello per iniziare un’altra storia, quella dell’incontro tra educatore ed educato, che apre all’incontro con il vero Maestro. Tutto ciò per dire che il lavoro in ambito educativo nella comunità cristiana può essere l’elemento che tiene desta l’attenzione sulla vita quotidiana, sulle persone che vivono nei nostri ambienti, nelle nostre città, ed è il punto di partenza per poter lanciare un messaggio di speranza anche per il nostro mondo di oggi, spesso ripiegato su se stesso. È bello educare, perché mette in relazione, permette di scoprire che dietro a una situazione critica c’è una persona, una storia, un vissuto e la ricerca della felicità. Educare è anche una responsabilità, anzitutto verso se stessi: il quotidiano incontro con l’altro ti fa rivedere continuamente lo stile educativo, ti fa ripensare ai contenuti dell’azione educativa, ti chiede continuamente di aggiornare le tue conoscenze. È una responsabilità verso il contenuto che si vuole consegnare: quale buona notizia ho da offrire? Diventa nutrimento anche e soprattutto per me? Quale interazione tra contenuto e persona che mi ascolta?