È stato un marito e un padre esemplare di sette figli, oltre che professore di economia. Giuseppe Toniolo, promotore della prima Settimana sociale dei cattolici italiani, sostenitore del credito cooperativo e presidente dell’unione popolare, che sarà beatificato domenica 29 aprile, è tutto questo ed anche molto di più.
Cattolico a tutto tondo, Toniolo è stato l’apostolo della Rerum Novarum e anticipatore del Concilio Ecumenico Vaticano II. Per monsignor Domenico Sorrentino vescovo di Assisi e postulatore della causa di beatificazione, «tutte le dimensioni della vita ordinaria si trovano nella sua esistenza e nella sua santità a partire dalla famiglia. Si è anche specializzato nell’impegno sociale, per dare al mondo cattolico un impulso all’interesse per la società e questo lo ha proiettato su quello che oggi diremmo il grande spazio della politica, anche se a suo tempo non era politica in senso stretto. Dunque, un laico che si è fatto santo davvero attraverso la vita quotidiana, e quello che può dire all’uomo d’oggi è che “la santità è un obiettivo possibile”».
Toniolo si è battuto per una economia dal volto umano. Per il beato, infatti, l’economia deve partire dalla persona e a servizio della persona, la proprietà come espressione della persona, ma naturalmente riferita a un individuo concepito anche in termini relazionali. Per cui la proprietà non è tutta in funzione degli egoismi del singolo, ma viene messa in circolo perché se ne sviluppi la dimensione sociale.
A spianargli la strada verso gli altari è stato un miracolo avvenuto nel 2006 a Francesco Bortolini, un giovane conterraneo del neo beato a Pieve di Soligo, nella comunità dove sono ancora conservate e venerate le spoglie di Toniolo. Racconta monsignor Sorrentino: «Il giovane vive la sua serata sregolata. Cade dall’altezza di diversi metri, con esiti che possono far pensare al peggio. Per alcuni giorni, è, di fatto, in una situazione drammatica. La famiglia si rivolge alla parrocchia, che prega per lui. Nel giro di pochi giorni, in concomitanza con queste preghiere, Bortolini comincia a star meglio, e lo vedremo alla beatificazione, dove si pensa che porterà le reliquie del Toniolo, fino all’altare».
«La beatificazione di Giuseppe Toniolo sarà un richiamo per realtà e figure del mondo economico, politico, della cultura perché lui ha rappresentato un esempio di come si possa essere cristiani santi e impegnati a vari livelli nella società e nella cultura», aggiunge il presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana Franco Miano.
Attese all’evento – preceduto sabato 28 aprile da una veglia di preghiera sul sagrato della basilica di San Pietro – almeno cinquemila persone. Sarà presente il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano e presidente uscente dell’Istituto Toniolo. Annunciata la presenza dei ministri Balduzzi e Ornaghi, dei parlamentari Bindi e Binetti, di numerosi ambasciatori, dei sindaci di Pisa e di altre località dove Toniolo ha vissuto, degli esponenti di Cnal, Progetto Culturale, Retinopera, della Settimane sociali, «tutte realtà – specifica Miano – che in qualche modo hanno avuto nel Toniolo una sorta di precursore».