Sirio 26-29 marzo 2024
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Intervista al cardinale Dionigi Tettamanzi PRESENTATA AL PAPA LA “FOTOGRAFIA” DELLE DIECI DIOCESI LOMBARDE

9 Ottobre 2007

Mancano pochi minuti all’inizio della celebrazione e mentre si attendono gli ultimi Vescovi, il cardinale Dionigi Tettamanzi, che in qualità di Metropolita presiederà la messa nella basilica di San Paolo fuori le Mura, si intrattiene con i giornalisti. Ha già incontrato in udienza privata papa Benedetto XVI e ora accetta di rispondere a qualche domanda.

di Luisa Bove

Qual è il profilo della comunità ecclesiale lombarda e in vista dell’incontro a San Pietro con il Santo Padre…
È una Chiesa che, pur in mezzo alle difficoltà, si presenta come comunità credente. Una prova molto semplice, ma concreta e significativa, è la presenza numerosa dei pellegrini che vogliono accompagnare i loro Vescovi alla visita ad limina. È una visita importante, non solo per i Vescovi, ma anche per le loro Chiese e questa compresenza di Pastore e di gregge è un segno indubitabile della vivacità di fede dei lombardi.

Si tratta di un momento forte e vitale per la Chiesa ambrosiana?
Sì, è un momento vitale per la Chiesa ambrosiana ma in profondo collegamento con quelle della Lombardia. Le diverse comunità che si incontrano esprimono, attraverso la loro comunione, l’appartenenza a una Chiesa più grande, che è “una, santa, cattolica e apostolica”.

La diocesi di Milano vuole essere accanto al suo Metropolita in questo luogo importante per la nostra Chiesa dove il cardinal Schuster fu abate…
Per i milanesi la basilica di San Paolo fuori le Mura richiama immediatamente il grande Arcivescovo beato cardinal Schuster. Mentre per tutti i pellegrini lombardi sono importanti il sepolcro di san Paolo e quello di san Pietro, che insieme costituiscono un momento centrale della visita ad limina. Questa visita ci fa andare alle sorgenti della fede cristiana, quella fede che trova le sue radici in Gesù Cristo e il suo fondamento storico negli apostoli. La visita ai sepolcri ha una ricaduta importante anche per la fede dei cristiani di oggi, una fede che deve essere consapevole, responsabile, entusiasta, coraggiosa e missionaria. Ma anche disposta ad affrontare senza paura il momento attuale e le sfide della storia presente.

C’è però un altro significato della visita ad limina…
Certo. Noi veniamo a incontrare, ad ascoltare e a rinnovare la nostra comunione con il Successore di Pietro, il Santo Padre. Quindi la Chiesa trova in lui il fondamento di quella unità che caratterizza la Chiesa stessa. Non soltanto quindi attraverso il bene prezioso della comunione, ma anche con quello dell’unità, un valore che ha un grande risvolto anche nella vita sociale. Il mondo di oggi infatti è così spesso conflittuale e lacerato, ma non può non essere impressionato da una testimonianza di comunione da parte dei credenti.

Come è stata l’udienza privata con il Santo Padre? Di che cosa avete parlato?
È stato un momento bellissimo e quanto mai significativo dal punto di vista umano e soprattutto pastorale. L’incontro era sui problemi delle nostre Chiese locali. Benedetto XVI ha preparato questa visita e ha voluto leggere alcune sintesi dei documenti che abbiamo mandato per “fotografare” la situazione delle Chiese lombarde, in particolare rispetto alle nuove sfide che oggi la fede è chiamata ad affrontare. L’incontro, molto gradito anche da parte dei Vescovi che finora lo hanno incontrato in udienza privata, non è terminato solo con le foto rituali, ma anche con doni significativi.

Quali?
In particolare voglio sottolineare il dono della croce. Noi Vescovi dicevamo: “Di croci ne abbiamo tante, ma questa è particolare”. Guardando il Santo Padre, ascoltandolo e trovando in lui la fede del Successore di Pietro e dal punto di vista umano un padre, noi usciamo da questo incontro rincuorati e incoraggiati a proseguire il nostro servizio al popolo di Dio nel segno della semplicità, ma anche della generosità e della dedizione.

Benedetto XVI ha chiesto qualche impegno particolare alle Chiese di Lombardia?
Il Santo Padre ha chiesto ai singoli Vescovi elementi di conoscenza e ha risposto ad alcuni quesiti che i singoli Vescovi gli ponevano. Ma qui siamo in un campo raccolto nel riserbo. Questo è solo un momento della visita ad limina, perché mercoledì avremo l’incontro pubblico nella basilica di San Pietro e sarà quella la parola più significativa del Santo Padre e che illuminerà il nostro cammino. Sarà uno stimolo e un incoraggiamento a proseguire con una grande novità evangelica. Noi Vescovi abbiamo già pensato di riflettere a lungo sul significato che questa visita ha per noi e per le nostre Chiese.

E come?
Vogliamo esprimere i risultati di questa visita e comunicarli a tutti i fedeli, perché questo evento non interessa soltanto i Vescovi, ma tutte le Chiese locali di Lombardia. È in previsione una lettera collegiale dei Vescovi lombardi alle loro Chiese su tutti gli stimoli che sono nati e cresciuti in occasione di questa visita.