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Inaugurato sabato 21 maggio il Villaggio giovani DON GIULIETTI: «I RAGAZZI CERCANO PIU’ DEGLI ADULTI UNA RELAZIONE CON IL SIGNORE»

5 Giugno 2008

Uno spazio originale dove i giovani si sentono protagonisti nella Chiesa, incontrarsi tra di loro, dibattere sui grandi temi dell’oggi e pregare insieme. Non mancano anche occasioni di divertimento.

Colori, suoni, allegria, giochi, fantasia: gli stand del Villaggio giovani, allestito dal Servizio nazionale di Pastorale giovanile alla Fiera del Levante ed inaugurato la sera del 21 maggio dal card. Camillo Ruini, inviato speciale del Papa al Congresso eucaristico nazionale di Bari, sono lo specchio dell’entusiasmo dei giovani partecipanti all’evento. «Il senso del Villaggio – spiega al Sir don Paolo Giulietti, responsabile del Servizio di pastorale giovanile nazionale – e’ assicurare ai giovani uno spazio di protagonismo, dove possano sentirsi davvero risorsa per la Chiesa, dove possano incontrarsi tra di loro, approfondendo le tematiche del Congresso con linguaggi loro propri».

Il Villaggio comprende quattro aree: “stand”, con spazi espositivi, dedicati a movimenti e associazioni; “meeting”, con una sala conferenza e sala cineforum; “liturgica”, per celebrazioni, confessioni, adorazione eucaristica continuata; “animazione”, con bar e possibilità di svolgere qualche attività sportiva (pallavolo, basket, ping pong). Per don Paolo, «il Villaggio è un arricchimento del già ricco programma congressuale, con un’attenzione particolare al mondo giovanile».

Come vivono i giovani l’Eucaristia?
Come tutte le cose della Chiesa e della vita di fede – risponde don Giulietti –, se i giovani sono educati a coglierne il senso profondo, sanno forse apprezzarne la potenzialità e la realtà meglio degli adulti. I giovani, infatti, sono istintivamente portati a cercare una relazione personale con il Signore ed a fare comunione tra di loro molto più degli adulti.

La domenica, per i giovani, è più il giorno del Signore o il tempo di svago?
I giovani – osserva don Paolo Giulietti – vivono tutte le ambiguità della nostra cultura, quindi, sono più tentati di altre generazioni di diluire la domenica nel fine settimana e, di conseguenza, il rito della Pasqua cristiana nei tanti riti del tempo libero. Al tempo stesso, però, conservano molto di più il senso della festa, il bisogno di un tempo che non sia come gli altri tempi. Lo cercano, forse, in maniera confusa in riti strani, trasgressivi, ma sentono fortemente il bisogno di un tempo che non sia omogeneo, che non sia consegnato alla banalità. C’è nei giovani un profondo bisogno di festa qualcosa che dica che la vita ha un orizzonte diverso dal quotidiano, qualcosa di più alto e di più grande.

Il Villaggio giovani di Bari si può considerare una tappa verso Colonia?
Certamente Bari guarda a Colonia, il Congresso eucaristico è un evento italiano ma ha un respiro che è quello universale. La Fiera di Bari, scelta come sede del Congresso, è un po’ simbolo di questo: luogo dove si espone, si fa vedere il meglio di sé, dove si conoscono cose nuove. Credo che questa dimensione sia quella che unisce di più Bari e Colonia.