Il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace (1 gennaio) affronta il tema principe della fraternità come dato fondamentale e primario dell’intera umanità e afferma che la fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata, ma solo l’amore donato da Dio consente di accoglierla e di viverla pienamente. A questo spirito si impronterà la celebrazione che si svolgerà in Duomo l’1 gennaio alle 17.30 e che vedrà i rappresentanti delle Chiese cristiane presenti in diocesi, insieme agli organismi ecumenici, rispondere all’invito dell’Arcivescovo per una preghiera comune per la pace e il successivo incontro fraterno augurale in Arcivescovado.
Il Consiglio delle Chiese cristiane di Milano con il presidente in carica, padre Teofilatto Vitsos, della Chiesa ortodossa greca, ricorda i suoi quindici anni di attività e presenta un rafforzato programma di incontri e di temi di approfondimento. La Commissione ecumenica diocesana, recentemente arricchita di nuovi componenti, riprende l’impegno di far risuonare nelle diverse realtà diocesane il richiamo alla fraternità e alla reciproca conoscenza tra le diverse comunità cristiane esistenti sul territorio ambrosiano. Il rinnovato Servizio per l’Ecumenismo continua la sua opera per intessere relazioni di reciproca conoscenza e operosità tra Chiese e religioni. La sempre maggior consistenza della popolazione di origine straniera, di diverse tradizioni religiose, impone infatti un’attenta ricerca di nuovi strumenti e occasioni di incontro e di dialogo per costruire insieme una cittadinanza di fraternità.
«Noi cristiani – prosegue il Papa nel suo Messaggio – crediamo che nella Chiesa siamo membra gli uni degli altri, tutti reciprocamente necessari, perché a ognuno di noi è stata data una grazia secondo la misura del dono di Cristo, per l’utilità comune (cfr Ef 4,7.25; 1 Cor 12,7). Cristo è venuto nel mondo per portarci la grazia divina, cioè la possibilità di partecipare alla sua vita. Ciò comporta tessere una relazionalità fraterna, improntata alla reciprocità, al perdono, al dono totale di sè, secondo l’ampiezza e la profondità dell’amore di Dio, offerto all’umanità da Colui che, crocifisso e risorto, attira tutti a sè: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35). È questa la buona novella che richiede a ognuno un passo in più, un esercizio perenne di empatia, di ascolto della sofferenza e della speranza dell’altro, anche del più lontano da me, incamminandosi sulla strada esigente di quell’amore che sa donarsi e spendersi con gratuità per il bene di ogni fratello e sorella».