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Cammino di Santiago

In carrozzina verso Compostela
con una reliquia di don Gnocchi

Al via la prima tappa di Vincenzo Russo, poliomielitico, una vita in Fondazione: 800 chilometri in solitudine come omaggio a don Carlo nel quinto anniversario della beatificazione

16 Luglio 2014

Ottocento chilometri con la sedia a rotelle, lungo lo storico cammino di Santiago de Compostela. In solitudine, con la sola compagnia di don Gnocchi e di una sua reliquia. È questa la sfida di Vincenzo Russo, 64 anni, poliomielitico da quando ne aveva 3, una vita trascorsa nei centri e nelle strutture della Fondazione Don Gnocchi. Giovedì 17 luglio, all’alba, la partenza da Saint Jean Pied de Port, versante francese dei Pirenei, prima di una lunga serie di tappe che lo condurranno all’abbazia di Roncesvalles e poi, attraversando le province spagnole di Navarra, Rioja, Castilla e Galicia, fino al Santuario di Santiago de Compostela, lungo quello che è definito il Cammino Francese.

È una delle iniziative che accompagnano il quinto anniversario della beatificazione di don Carlo Gnocchi e che culmineranno il 25 ottobre con la solenne celebrazione in Duomo a Milano, presieduta dall’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola.

Lungo il cammino Vincenzo sarà in compagnia di una reliquia di don Carlo, consegnatagli ufficialmente domenica 29 giugno nel Santuario del beato don Gnocchi a Milano, insieme alla Credenziale della Confraternita di San Jacopo di Compostella, presente il priore Maurizio Minchella. Spiega: «Ho studiato il percorso grazie ai consigli di chi l’ha già affrontato in sedia a rotelle, dotandomi comunque di un modello adatto alla tipologia di strade e sentieri (è il modello C2000, messo a disposizione dalla Otto Bock di Budrio, ndr). Farò di tutto per fare deserto intorno e dentro di me. Solo così potrò parlare a don Carlo senza paura. Potrò ridere con lui, urlare con lui, piangere con lui, pregare con lui. Potrò ascoltarlo fino in fondo al cuore. Potrò dirgli quanto bene gli ho voluto e quanto gliene voglio ancora».

La reliquia sarà accolta a Compostela con una funzione religiosa nella maestosa cattedrale dedicata a Giacomo, apostolo e martire, ma verrà poi collocata definitivamente all’Hospital San Nicolas de Puente Fitero – gestito dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella – luogo di passaggio e di ospitalità a migliaia di italiani, e non solo, che affrontano il cammino.

«Non so se riuscirò ad arrivare a Santiago – conclude Vincenzo -. Un giorno scrissi queste parole: gli esseri umani costruiscono la propria dignità attraverso la conoscenza dei propri limiti e il coraggio di comprenderli, così da volgere, comunque, lo sguardo al di là dei confini di quegli stessi limiti dove, sempre, si celano possibilità imprevedibili. Oggi, ancora più di ieri, le sento vive. Come un viaggio di cui non si conosce la meta. Come un cammino su cui la vita gioca a nascondino e ci sorprende come bambini».

Il viaggio di Russo – il cui arrivo a Santiago de Compostela è previsto attorno a Ferragosto – sarà seguito dalla Fondazione Don Gnocchi con aggiornamenti quotidiani sul sito www.dongnocchi.it

 

Chi è

Vincenzo Russo è nato nel 1950 a Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Colpito da poliomielite all’età di tre anni, è affidato dalla famiglia all’Opera avviata in quegli anni da don Carlo Gnocchi e cresce nei collegi dell’allora Fondazione Pro Juventute. Laureato in Scienze Politiche, è stato prima direttore di un Centro socio-educativo e poi di una comunità alloggio per minori nel comune di Sesto San Giovanni. Attualmente è docente universitario a contratto del corso in Educazione professionale dell’Università degli Studi di Milano, con sede alla Fondazione Don Gnocchi. Ha raccontato la sua storia nel libro Se il destino è contro di me, peggio per il destino (Mursia).