«Siete un segno di grande speranza per la nostra Milano, come quando il sole incrina una lastra di ghiaccio che è il gelo demografico in cui versa il nostro Paese». Così l’Arcivescovo, questo pomeriggio, ha salutato medici, operatori e pazienti all’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” per festeggiare le mamme con i loro piccoli in cura.
Le famiglie si sono radunate in aula magna con allegra agitazione in un Ospedale per l’occasione addobbato a festa, con gli operatori in vestiti colorati (uno addirittura abbigliato da clown) e tutte le mamme con una rosa rossa in seta (donata dalla onlus Ospedale dei Bambini Milano-Buzzi e realizzata da Roberta Boldrini della Merceria Pedrini).
Poi ai bambini è chiesto di chiudere gli occhi: il soprano Giustina Kim, accompagnata al piano, ha cantato due ninne-nanne, poi Alessandra ed Elena (a rappresentare i volontari del gruppo “Leggere per Crescere” dell’Obm) hanno narrato la fiaba L’Ospedale dei Busti Baffoni, pubblicata su Il nostro Ospedale dei Bambini. Ieri, oggi e domani, un libro magico, «perché leggibile un lato dalle mamme e l’altro dai bambini», donato ai presenti.
Accolto da un’Ave Maria cantata dal soprano e dopo una breve preghiera nella cappella dell’ospedale, il cardinale Scola è stato salutato dal direttore Tommaso Saporito, che gli ha presentato la realtà di una struttura dove nascono più di 3600 bambini all’anno e ha annunciato che «proprio ieri Regione Lombardia ha sbloccato i fondi per dotarci di una nuova sala operatoria».
Il piccolo Andrea ha letto la poesia Che cos’è una mamma dell’accademico Francesco Pastonchi. Poi la giornalista milanese Lina Sotis – dopo esser stata piacevolmente coinvolta dal cappellano monsignor Giorgio Colombo e dal primario Ida Salvo – ha spiegato brevemente la genesi del libro-strenna per bimbi e piccola guida per le mamme, realizzato in soli otto giorni, con una sua prefazione e disegni dell’illustratore disneyano Marco Rota (la figlia Elena è medico all’Ospedale).
E infine ecco l’intervento del Cardinale, che ha chiesto a tutti i bambini di urlare due volte «Grazie!» alle mamme, confidando: «I bambini hanno il compito di insegnare a noi grandi la capacità dell’innocenza, che unisce due realtà che noi non siamo più capaci di avere insieme: lo stupore e la meraviglia con la serietà, ancor più quando poi c’è la prova fisica. Uno sguardo meravigliato e serio è qualcosa di cui avremmo tanto bisogno nella nostra vita e nella nostra società in questo tempo di fatica».
La conclusione è stata accompagnata da una commovente Ave Maria di Schubert cantata dal soprano Kim e dalla benedizione delle icone preparate da don Giorgio, prima di un’Ave Maria recitata dai presenti. Prima della merenda per tutti, foto-ricordo dei bimbi con l’Arcivescovo.