«La gioventù è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo», ha detto Papa Francesco nel suo primo discorso in Brasile, in occasione della cerimonia di benvenuto a Rio de Janeiro. E Rai Uno, eccezionalmente, mercoledì in seconda serata, ha provato a sua volta ad aprire per tutti una finestra televisiva su un futuro bello e possibile: le centinaia di migliaia di giovani che da ogni parte del mondo si sono riunite oltreoceano per vivere con il Papa la Giornata mondiale della gioventù.
L’occasione è stata #ImmaginaRio, la Festa degli italiani della Gmg. Il Maracanazinho, il piccolo Maracanà, ha ospitato infatti una serata-evento dedicata agli italiani che hanno raggiunto Rio per le Giornate della gioventù – oltre 7700, il quarto gruppo più numeroso tra i 355 mila iscritti ufficiali alle Giornate – e ai giovani brasiliani, figli degli immigrati italiani.
La Rai ha proposto un format in diretta che ha unito l’esperienza (e i volti) di una trasmissione “specializzata” come A sua immagine, con una miscela ormai abbastanza collaudata che mette insieme tv, musica e social network per favorire la partecipazione all’evento anche da parte di chi guarda da casa. Un filo diretto tra Rio e l’Italia che sicuramente ha tenuto svegli tanti “reduci” delle precedenti Gmg e, speriamo, incuriosito chi nemmeno sa di cosa si tratti.
Densissima la scaletta, e inevitabilmente condizionata da un collegamento un po’ imprevedibile con il Papa in visita all’Ospedale San Francesco d’Assisi che assiste i tossicodipendenti. Le poche parole di saluto di Francesco comunque sono state il cuore della trasmissione e magnetiche per i giovani visibilmente entusiasti presenti al Maracanazinho: «Fidatevi di Cristo. Ascoltatelo. Non ci abbandona mai». Con l’invito a ritrovarsi insieme sulla spiaggia di Copacabana.
A contorno della cartolina del Pontefice, un susseguirsi di canzoni, testimonianze, meditazioni di autori spirituali (Guardini, Bonhoeffer, Buber, Bello, Madre Teresa) e la narrazione di alcuni episodi della vita di Gesù, «un giovane come voi»: contenuti abbastanza inconsueti per la tv generalista. Quasi due ore di trasmissione tra la coreografia iniziale degli ex “ragazzi di strada” del Progetto Axe e il duetto finale di Chiara Galliazzo e Francesco Renga, che con Nel blu dipinto di blu hanno fatto volare il pubblico. In mezzo, le performances canore di Ron, degli Zero Assoluto e di Francesca Michelin, con una bella interpretazione di Hallelujah di Leonard Cohen; e la forza delle testimonianze, come quella di chi opera con i giovani in una delle favelas brasiliane o quella dei genitori della giovane beata Chiara Luce Badano.
In questa ricca rassegna di sollecitazioni, Twitter e i suoi hashtag (le paroline-chiave segnalate col simbolo #) hanno funzionato da trait d’union della serata. I conduttori, Livio Beshir e Francesca Fialdini, hanno via via invitato il pubblico del palazzo dello sport e quello a casa a condividere liberamente i propri pensieri secondo lo spunto di 5 hashtag tematici.
Alcuni tweet sono stati letti in diretta. Ma ne sono arrivati tanti. Come quello di @elejad1980 che dice – a proposito delle motivazioni di chi ha voluto partecipare alla Gmg – #sonoarioperché «è un’esperienza unica, dà la carica x vivere al meglio la propria fede e permette di confrontarti con i giovani del mondo»; o di @ferrari_89 che sul senso della propria esistenza scrive «#eiochecistoafare? Il problema non è la risposta, quella la conosciamo: per amare! La difficoltà è vivere quella risposta… ogni giorno!». E così via tante altre risonanze sul tema della felicità (#chiedimisesonofelice), del rapporto con gli altri (#ioeglialtri) e della solitudine (#ognivoltachesonosolo).
La nota di chiusura la lascerei a @Mazzus87 che ha scritto «#sonoarioperchè non si vedono tutti i giorni milioni di persone in silenzio». E a proposito della forza comunicativa del silenzio, o delle testimonianze pure e semplici, dopo la diretta-evento della festa del Maracanazinho resta una domanda ancora aperta: qual è il modo più efficace per raccontare e condividere l’esperienza cristiana con l’ampio pubblico della Tv?