È un viaggio per il Libano, ma anche per tutto il Medio Oriente, atteso in un clima di cordiale benvenuto. Il 24° viaggio apostolico di Benedetto XVI, il quarto nell’area mediorientale, è stato illustrato stamattina in Sala stampa vaticana dal direttore padre Federico Lombardi.
L’arrivo del Papa è programmato per venerdì 14 settembre, alle 13.45 (ora locale), all’aeroporto Rafiq Hariri di Beirut; il rientro sarà domenica 16, alle 21.40, a Ciampino. Ribadite anche le tappe principali alla Basilica greco-melkita di Harissa, al Palazzo presidenziale di Baadba, al Patriarcato maronita di Bkèrkè e al City Center Waterfront di Beirut, domenica, per la Messa con la consegna dell’Esortazione apostolica post sinodale, “cuore” di questo viaggio, a cui sono attese migliaia di persone da tutta l’area mediorientale.
Sarà la Nunziatura apostolica di Harissa – località in collina a una trentina di km da Beirut, dove già Giovanni Paolo II incontrò i giovani libanesi nel lontano 1997 – a ospitare il Santo Padre. Papa Ratzinger vi arriverà dopo la cerimonia di benvenuto allo scalo di Beirut venerdì pomeriggio, accolto dai tre presidenti (della Repubblica, della Camera e del Consiglio dei ministri) e da rappresentanti religiosi. Da lì si sposterà per le tappe in programma intorno alla capitale, nel cuore del Libano, a distanze relativamente brevi che saranno percorse anche in “papa-mobile”.
Benedetto XVI visiterà i quattro patriarcati del Libano, incontrerà i rappresentanti delle confessioni cristiane non cattoliche e quelli di quattro comunità musulmane (sciita e sunnita, drusa, alauita). Sei i discorsi ufficiali in francese, oltre a un breve intervento legato alla consegna dell’Esortazione apostolica e all’Angelus. Sono probabili altri brevi discorsi – ha aggiunto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede -, ma non previsti in partenza.
C’è particolare attesa per le parole che Benedetto XVI pronuncerà sabato pomeriggio all’incontro allargato con il mondo politico religioso e culturale; nella stessa giornata, in serata, l’abbraccio con i giovani. «Un viaggio da vivere sulle orme di Paolo VI e del beato Giovanni Paolo II – ha spiegato padre Lombardi -, in un Paese complesso, ma anche emblematico per tutta l’area mediorientale per la sua tradizione di dialogo e convivenza tra diverse componenti religiose e sociali. Un messaggio, dunque, per l’umanità tutta».
L’obiettivo del viaggio è ben rappresentato dal motto “Pax vobis” e dal logo in cui spiccano una colomba col ramoscello d’ulivo, la croce di Cristo e i colori del Libano. «È un segno di volontà del Santo Padre di andare in una terra, nonostante i problemi che ci sono – ha precisato padre Lombardi -, come segno di partecipazione, di speranza e di messaggio di pace».
Il Papa si presenta dunque come capo religioso di comunità cristiane che attraverso il loro impegno e la loro testimonianza servono i popoli fra cui vivono. Non sono esclusi interventi politici, anche sulla vicina Siria, ma non è questo lo spirito del viaggio, ha voluto chiarire padre Lombardi, soffermandosi anche sul clima in questi giorni in Libano, che ha definito di cordiale benvenuto: «Abbiamo visto gli incontri del patriarca Raï con i drusi, l’incontro con Hezbollah e tutti hanno manifestato la loro soddisfazione per la venuta del Santo Padre, quindi il clima di cordiale benvenuto da parte della componenti più varie. Questo fa ben sperare».